Per la rubrica forzata "Repetitio" vi ripropongo questo post pubblicato mesi fa su questo stesso blog. Oggetto: la cara zia Jane.
Allora i giornali servono ancora a qualcosa, allora non sono del tutto sorpassati dal mondo virtuale del web. Sono tutto sommato felice che la carta stampata e soprattutto l'informazione su carta stampata riesca, anche se faticosamente, ad essere interessante e non sempre in secondo piano rispetto a Internet.
Tutta questa introduzione perché il post di oggi nasce proprio da un ritaglio di giornale che è stato trovato, e poi passatomi, dal mio caro zio...che a differenza di me è bravo e legge i giornali tutti i giorni.
Titolo dell'articolo: "Diteci se questa è una commedia di Jane Austen". Vorrei proprio saperlo in effetti.
L'articolo riferiva che si è certi dell'autenticità del manoscritto: dalla filigrana dei fogli e da alcune citazioni si è concordi nell'affermare che sia stato scritto nel 1800. Da chi tuttavia è ancora una domanda senza risposta.
C'è chi sostiene, come affermato dalla nipote di Fanny Lefroy, che effettivamente questa commedia sia stata dettata a Jane dalla nipote Anne ( madre di Fanny ) quando aveva circa l'età di dieci anni.
C'è invece chi non è d'accordo con questa versione, e dice che sia opera di Jane stessa, probabilmente ancora molto giovane, e questo spiegherebbe il perché nonostante siano presenti le caratteristiche più sopra citate in corsivo proprie della scrittura della cara zia Jane, manchi un po' della grandezza e della universalità delle sue opere principali.
Non posso naturalmente esprimermi, dal momento che non ho ancora letto il libro ( che provvederò immediatamente a comprare in libreria appena disponibile ) tuttavia da quanto viene detto credo sia poco plausibile pensare che sia opera di una bambina di meno di dieci anni che oltretutto non era un genio letterario come la zia.
E' più ragionevole credere che sia parte della Juvenilia di Jane, nella quale si avverte lo stile e un abbozzo della scrittura della zia ma che ancora manca di molte caratteristiche, anche dovute all'esperienza personale, che l'hanno poi resa Sublime e Universale. Vi lascio con la descrizione che ne fa l'articoletto in conclusione.
" A quel romanzo ( Sir Charles Grandison ) la commedia fa il verso in tono comico, proprio per ridere. Non solo taglia in versione bonsai un testo-fiume, con a tema il ratto della vergine e il matrimonio, ma sovverte ogni gerarchia mettendo al centro dell'azione brevissima un'eroina ribelle sia allo stupro, sia al matrimonio - indifferentemente. La comicità della pièce confermerebbe come la vena parodica sia essenziale alla lingua austeniana. Sì, Jane Austen è settecentesca, è illuminista, anche un po' romantica. Non è certo vittoriana. "
Voglio sapere le vostre opinioni, e spero che lo comprerete in tantissime. Più zia Jane entra nelle case, meglio è per chi la legge. Ogni volta che leggo qualcosa di suo, persino le lettere, mi commuovo ( io che in genere ho difficoltà nell'esternazione dei sentimenti ) e mi stupisco di come una donna di campagna di secoli fa sia stata così intelligente, arguta, osservatrice, capace, piena di talento e di sensibilitò umana da descrivere realisticamente la realtà della vita ( di allora come di oggi ) riuscendo anche a renderla interessante e appassionante letterariamente. Era un genio, non c'è altra spiegazione.
Con affetto, Irene