Emanuele Vittadini alle prime esperienze di Spinning, già sfoggia una posa da esperto…
Devo aver preso questa cosa un po’ troppo sottogamba.
La situazione, temo, potrebbe scapparmi di mano da un momento all’altro.
All’inizio lo avevo fatto per tutta una serie di ragioni che esulavano dall’azione stessa. L’ho fatto per la compagnia, per il viaggio, per evitare la solitudine, perchè penso raramente a quello che faccio. Ma non per fare quello che sarei andato a fare.
Poi però mi è piaciuto.
Ve l’ho già scritto, ve l’ho già detto.
Cosa volete di più da me? Cosa ancora? E toglimi quella luce da davanti….
Se solo la prima volta fosse stata più brutta, se solo avesse fatto veramente freddo, se solo mi fossi spaccato qualcosa, rumore di ossa frantumate, sangue che sporca i vestiti e che si scurisce insecchendosi. Urla di dolore, polvere e gusto di ferro in bocca. Se solo avessi avuto di fianco gente di cui sapevo di non potermi fidare. Ora che ci penso forse è davvero così. Forse di loro non posso fidarmi, alla fine quello che mi ha tirato dentro per primo, quello che ha visto in me quel qualche cosa non l’ho praticamente mai visto insieme agli altri.
Vi giuro, magari è tutto un piano, come nel peggiore Truman Show, per rovinare, cosa non lo so. Mi vengono in mente demenziali puntate di south park dove gli uomini granchio vogliono conquistare il mondo. Se avete capito la citazione, se la conoscete, sapete in che stato d’animo mi trovi. Confuso.
Parlare, parlare, parlare ogni volta con frasi diverse, parole sempre più calibrate, ricercate, per riuscire a dare il giusto colore alla scena, quasi sperando di riuscire a richiamare con le parole anche gli odori e le temperature di quelle situazioni.
No che non sono diventato di colpo demente, ve lo giuro su quello che volete, su quello che ho di più caro. Trovatelo e ci scommettiamo sopra quello che volete, davvero.
Cioè, a dirla tutta so che potreste capirmi, almeno parte di voi. Soprattuto se siete uomini. La sensazione, come dire, di non essere “riuscito”. Di non essere stato “soddisfacente” (dio quanto adoro i virgolettati, più a farli parlando che scrivendoli). Qualcosa, qualcuno è rimasto insoddisfatto. Dio la vergogna intima è una brutta bestia, feroce e cannibale. Forse più che vergogna è solo che quella parte virile tutto ha fuorchè la virilità.
Si non voglio annoiare con troppe altre figure retoriche, potrei trovarne a bizzeffe, annoiarvi ancora molto a lungo.
Però, corpo di mille balene, uscire a pesca e non prendere nulla fa veramente arrabbiare.
Perchè mi avete insegnato a pescare?
Perchè mi ci avete fatto provare?
Vi rendete conto che mi sono comprato una canna e un mulinello?
Perchè comincio ad avere delle preferenze sulle esche da usare?
Perchè diamine, davvero perchè, comincio a provare uno spassionato piacere nel passare la mattina immerso fino al busto nell’acqua?
Perchè vi rispondo al telefono quando mi chiedete di andare a pesca?
Perchè sto scrivendo tutto questo?
Breve, brevissimo report alternativo, visto che comunque non si può, non voglio lasciare aperta la ferità dell’orgoglio, già appunto squarciata dal fine settimana precedente. Vista la quasi totale mancanza di effettive notizie, potrebbe essere, ma dico solo potrebbe, che mi inventi qualcosa.
In uno splendente e caldo venerdì sera novembrino, la mia suoneria a trillo mi avverte di un messaggio. Dal mio cellulare color arcobaleno apprendo che il giorno dopo un Anonimo sarebbe passato a prendermi per andare a pescare.
L’indomani mattina, col rumore degli zoccoli degli unicorni che trainavano la splendida carrozza a forma di carpa gigante, vengo magicamente trasportato in questo luogo incantato. La sensazione che ho provato appena arrivati è stata di caldo e appagamento. Colori pastello, forme rotonde, vestiti morbidi e comodi sulla pelle. L’attrezzatura era composta da una splendida canna da pesca in bamboo intarsiato, filo dorato dallo spessore di un capello e mulinello magico automatico. Le esche, alcune litigavano tra di loro ma è bastato ammonirle di non usarle durante la giornata, erano eccitate e rumorosamente pronte.
Appena arrivati sulla sponda di questo scintillante fiume, un esca a fiore si è volontariamente buttata sul filo, ci si è legata e si è cacciata in acqua. Dopo neanche un istante, uno splendido Artuso Macchiato ha abboccato. Tirarlo su è stato divertente, abbiamo riso e chiacchierato ma alla fine è dovuto ritornare in acqua. Gli ho lasciato l’esca a fiore, non ne vedono molte da quelle parti. Siamo uomini e capisco magari la volesse regalare a qualche bella donzella.
Nell’ordine ho tirato su:
un Farfullo Deambulante da circa 140 kg
una Crota Elefantiaca Enormus da 3 grammi
un granchio, anche se credo che semplicemente si fosse arrampicato lui sul filo
un Trompio Claudico da 12 litri
ho visto ma non ha abboccato, quindi non posso esserne del tutto sicuro, uno Squalo Balena.
Come esche ho usato
un Frasto rotante
un Cohiba numero 4, i Farfulli ne vanno pazzi
un Sda ff 43 Fedea djc i031creddfa cd 3fweca d da 12 pollici
un elefante indiano nano
due calzini spaiati, uno usato e sporco e uno no
Sfortunatamente non ho foto né video dei release, mi si era scaricato il cellulare e comunque non c’era la luce giusta.
Altrimenti, vi giuro, ve le avrei fatte vedere.
Vi giuro, non racconto bugie, è andata assolutamente così.
E non sono per nulla preso male per l’ennesimo cappotto della mia breve vita da pescatore.
E non ho nessuna voglia di andarci di nuovo.
E davvero, Anonimi, vi odio.
Questo ragazzo parla da innamorato! Quest’odio è l’altra faccia dell’amore, è evidente che rosica aspettando la rinvincita e cha ama alla follia l’Anonima Cucchiaino che lo ha iniziato alla pesca! Addirittura era felice di cappottare al freddo… grande prova!
A parte le catture mirabolanti del report alternativo (comunque il Cohiba jerkato bene secondo me rende…) è ovvio che non abbiamo preso nulla, ma devo dirvi che l’Adda aveva un livello meraviglioso, che abbiamo visto un pescione mangiare a galla (siluro?), tante carpe andare in giro a spasso e qualche persichetto curioso, inoltre Emanuele Vittadini, al suo terzo giorno di pesca, sta facendo passi da gigante: migliora nel lancio, nella curiosità verso recuperi non lineari, nella scelta dell’esca… promette bene! A dire il vero io qualcosa ho preso: manciate di meravigliose piume di pernice con cui farò mosche Valsesiane, spiderini e streamer lasciate da qualche cacciatore. (Ne abbiamo incontrati tanti!) La nota stonata della giornata è stato vedere una Mercedes Classe A color bronzo fermarsi a metà di un ponte quindi una signora ben vestita scendere dall’auto e lanciare nel fiume un sacco di plastica della spazzatura… Signora, ma veramente? Vergogna! Che orrore…
Rock’n'Rod