Il primo dato positivo che possiamo estrapolare dall’assemblea dello scorso 5 gennaio sul calcio popolare è, senza dubbio, la massiccia presenza con oltre 20 squadre provenienti da ogni angolo del paese e l’interesse dimostrato da quelle realtà che per vari motivi non sono potute essere presenti.Questo dimostra che avevamo letto bene l’esigenza di un confronto allargato e la necessità di un luogo di discussione riguardo ad una tematica in costruzione quale è il calcio popolare.
Sicuramente l’essersi conosciuti di persona è il primo passo per impostare un qualsiasi lavoro da svolgersi di comune accordo nel futuro.
Ovviamente non sono mancate le opinioni discordanti, che però ci incoraggiano a interrogarci e a rimetterci in discussione.
Le differenze si evincono dal contesto territoriale in cui si opera e dalle scelte d’impostazione di ciascun progetto. Per cui è evidente che le esigenze di una società di calcio solidale ed integrato che lavora con i migranti ed i rifugiati non siano esattamente identiche a quelle di altre esperienze. Così come chi ha scelto di tentare un percorso interno in Figc (ed a livelli diversi) rispetto a chi gioca in campionati amatoriali non si trova ad affrontare le stesse situazioni o le stesse problematiche.
Nonostante ciò i tre tavoli di discussione (tecnico-gestionale; finanziario; analisi su tifo e repressione) si sono caratterizzati per un dibattito vivace che ha toccato moltissimi punti, seppur limitato dal tempo a disposizione. Numerose anche le proposte avanzate e gli spunti di riflessione che, crediamo, ognuno elaborerà nei propri spazi in maniera costruttiva.
Siamo convinti che è solo con un proseguimento degli incontri e dei dibattiti che si può costruire un modello vincente in tutte le sue sfaccettature.
Rilanciamo pertanto con soddisfazione la tre giorni che avrà luogo a Napoli nella terza settimana di luglio, di cui si era già iniziato a discutere il 13 settembre scorso a Bagnoli, e che è stata accolta da tutte le realtà presenti il 5 gennaio.
L’impostazione ci sembra buona: tavoli di lavoro e workshop che trattino di argomenti specifici e che mettano uno di fronte l’altro il settore tecnico, allenatori, dirigenti e tifosi; la possibilità che diventi un appuntamento fisso ma itinerante nelle diverse regioni italiane; ed il proseguimento del confronto sul tema del calcio popolare.
Riteniamo intelligente provare ad arrivare a quell’appuntamento dando vita ad una delle varie proposte avanzate come la campagna contro la NOIF 40 oppure striscioni comuni su tematiche specifiche.
Non è stato il primo passo ma come riconosciuto da molti ci trovavamo ancora al “punto zero”.L’auspicio è che si proceda in questa direzione provando ad allargare ulteriormente il dialogo ed il confronto, senza chiuderci o diventare autoreferenziali. Senza con ciò voler perdere di vista i valori di base che stanno guidando attualmente i vari percorsi, cerchiamo di apprendere lavorando uniti nella diversità perché il futuro ci appare ancora tutto da scrivere.Ringraziamo tutte e tutti. Da: Spartak Lidense
Qui: Calcio popolare: un primo resoconto dell'assemblea nazionale
Qui: (VIDEO)Calcio popolare, non un fenomeno di quartiere ma una realtà nazionale