Qualche errore di montaggio, taglio e percorso può starci, per una trasmissione che come Report descrive ancora un'Italia libera (o meno prigioniera di altre?, nds).
Nello spaccato giornalistico fornito ieri sera della nostra città, poco si è capito e troppo caos è stato fatto.
Troppo si è detto su cose ormai inutili e superflue: dall'intervista a Cinzia Cracchi alla questione CUP2000, alla quasi persecuzione avvenuta nei confronti del candidato più pericolante che pericoloso Carcano.
Nei confronti di certe tematiche è avvenuto un inutile ed improduttivo sguardo al passato.
Il taglio dato alle tematiche trattate non risponde alla domanda principale che, da troppo tempo, divide Bologna ed i bolognesi. Citando esplicitamente il capolavoro "A Bologna", scritto dal genio di Samuele Bersani, secondo il quale (i portici dalle braccia operaie, metafora libera di questo grandissimo poeta) "fingono di essere sordi e di non sapere/chi sta prendendo la città/a calci nel sedere".
Un cittadino italiano, guardando con occhio critico ai concetti posti, potrebbe sentirsi fiero di non essere bolognese.
Colpa del taglio giornalistico imposto ai servizi o colpa della classe politica che si è addossata eccessiva autorità?
Il servizio era stato presentato come una città nella quale "rischiano di fallire tutti".
Ciò che è certo è che, qualsiasi Sindaco arriverà, dovrà fare l'impossibile per ribaltare le aspettative attualmente circolanti. La sfiducia è grande, preda di una classe politica percepita come fossilizzata, fatta da chi "di chi nasce già/conservatore/vecchio nel cuore", tanto per citare ancora Bersani.
Poco importavano le interviste fatte all'ex-proprietario del BfC od all'ex-proprietaria Menarini (COGEI), tenendo anche in conto le loro glissanti e nulle risposte.
Si sono visti lavoratori a rischio perenne, prede di giochi e logiche imposte da predatori superiori: ne sono l'emblema i dipendenti Verlicchi, ceduti senza alcun controllo ad una società detentrice di una squadra di pallacanestro.
Si sono visti tagli a 360°, nei confronti di un Comune che vivrà l'avvenuto commissariamento come una ferita mai rimarginata.
In quattordici mesi di amministrazione, la Commissaria Cancellieri riesce però così a sintetizzare il difficilissimo compito che spetterà al nuovo Sindaco: (il sindaco che arriverà dovrà) "ascoltare la gente di questa città, perché sono cittadini di grandissima maturità, in grado di non perdonarti nulla, ma anche di darti tutto. Ha un senso civico elevatissimo e hanno capito tutto, basta ascoltare loro."
Bologna è soprattutto questo, appunto. E' una città in declino, da qualsiasi punto di vista la si guardi.
Report ha mostrato interviste ed intervistati che, a domande scomode o non concordate, smontano baracca e burattini invitando il giornalista ad uscire di scena.
Può Bologna rappresentare in piccolo la situazione italiana? Per molti aspetti, sicuramente.
Nel passaggio tra Seconda e Terza Repubblica, sta avvenendo una progressiva decadenza della figura del leader.
Sta crollando quell'idea inaugurata ed incensata dal berlusconismo, secondo cui le facce politiche siano propedeutiche ad accertare la buona condotta dei programmi elettorali.
Report ha dimostrato, forse, che i giochi stanno lentamente cambiando? Prima programmi precisi, svincolando da leader ed ex-rettori che chiamano amici tutti i principali Candidati a Sindaco.
Integrando su larga scala, è un pò ciò che sta accadendo da troppo tempo in Italia.
Spazio ha avuto il Civis, sistema di trasporto maledetto da moltissimi cittadini. Si sono visti commercianti preoccupati per il futuro delle loro attività, a causa di un cantiere perenne che non tarderà a prolungarsi (per via dei problemi giudiziari, nds).
Si sono sospettati prima e palesati poi interessi personali, dietro alle palate di milioni di Euro investite su questo progetto unico al mondo (in senso negativo, nds).
Sempre citando Samuele Bersani, "abbiamo esaurito i passaggi segreti" per definirci città modello.
Nessun riferimento al tessuto solidaristico della città, se non in conclusione di puntata: per una città che vede nella socialità uno dei suoi punti di forza, un punto a sfavore. Poco riferimento è stato dato ai candidati a Sindaco più attendibili, trattati con scherno o non considerati proprio.
Ridurre l'esperienza di Virgino Merola a qualche battuta sul Bologna calcio è inadatto, così come è stato sbagliato non cercare di individuare anche a sinistra qualche colpa e colpevole per ciò che sta avvenendo (forse riducibile solo a 6 mesi di Delbono?).
Bologna non è solo calcio e malaffare, così come Report non è stato solo grillismo e qualunquismo allo stato puro.
Largo silenzio è stato fatto sulle battaglie fatte da Massimo Bugani, candidato Sindaco per il M5S di Bologna: ridurlo ad interventi della stessa durata di quello fatto ad altri volti minori è stato un fattore inopportuno.
Pur essendo molto lontano dal modo di fare e dai toni di demolizione perenne usati dal Grillo nazionale, riconosco in questo Movimento una spinta di partecipazione e disagio che sarebbe da miopi sottovalutare.
In un momento in cui il bisogno di civismo, partecipazione e collettività è imponente, deve essere significativo lo scollamento dall'anti-politica per un movimento che a livello nazionale è percepito come di molta protesta e poca proposta.
In un momento di transizione, Bologna ed i bolognesi hanno bisogno di obiettività, trasparenza e coerenza.
Per ricordare cosa è stata e cosa può ancora essere questa città, si riportino frammenti di una canzone.
Sono pezzi partoriti da un tale Guccini, che la ha vissuta ed amata oltre qualunque misura:
"Bologna è una vecchia signora dai fianchi un po' molli/col seno sul piano padano ed il culo sui colli,/Bologna arrogante e papale, Bologna la rossa e fetale,/Bologna la grassa e l' umana già un poco Romagna e in odor di Toscana [...]
Bologna per me provinciale Parigi minore [...] Oh quanto eravam tutti artistici, ma senza pudore o vergogna/cullati fra i portici cosce di mamma Bologna/ Bologna è una donna emiliana di zigomo forte,/Bologna capace d' amore, capace di morte,/che sa quel che conta e che vale, che sa dov' è il sugo del sale,/che calcola il giusto la vita e che sa stare in piedi per quanto colpita [...] Bologna è una ricca signora che fu contadina:/benessere, ville, gioielli... e salami in vetrina,/che sa che l' odor di miseria da mandare giù è cosa seria/e vuole sentirsi sicura con quello che ha addosso, perchè sa la paura. [...]"
Nel tirare fuori una città dal pantano serviranno moltissime cose: competenza, esperienza, trasparenza, partecipazione, ascolto e coinvolgimento, solo per citarne alcune.
Se Bologna possa divenire un laboratorio di nuovo dialogo per una società civile e per un modello di nascente Terza Repubblica da impostare su scala nazionale, solo il tempo saprà dirlo.
Ciò che conta, ad oggi, è non rimanere immobili dinnanzi a questa bellezza declinante:
"Bologna adesso voltati/mi fai commuovere/lo sai che esagero/con le parole."