Quel buon uomo di Enoch è lì che parlotta amabilmente con un bel giovanotto barbuto (che per la cronaca è Fabio D’Auria…per chi non lo conoscesse: ma dove vivete?!) e si vede arrivare un tizio strano con la bava alla bocca (il vostro Rolando… per chi non lo conoscesse: frequentate di più il blog più Audace che ci sia!) il quale gli chiede se può cortesemente mettergli un autografo su un paio di albi. Il povero Luca, ingenuo e ben disposto, sciaguratamente acconsente. È in quel momento che inizia il periodo ormai tristemente famoso come “cattività mantovana di Enoch” (i lettori di Lilith, i quali già normalmente aspettano sei mesi per il loro albo nuovo, ora dovranno aspettare un po’ di più perché i ben informati affermano che Enoch sia ancora nelle segrete del Palabam a firmare albi di Legs, Gea, Lilith e Dragonero)! Ma questa è un’altra storia.
Luca Enoch in un breve momento di libertà
Chiuso Enoch nella cella più buia e buttata via la chiave, ritorno nella zona che ospita il palco foyer e ho il privilegio di ascoltare la divertente e pungente conferenza di Don Alemanno, autore del dissacrante Jenus di Nazareth. Il brillante Don – tra una minaccia di morte ricevuta e una condanna alle fiamme eterne della Caina scansata – dispensa, agli entusiasti e poco clericali presenti, le sue ormai famigerate pillole a base di ironia e controcultura cristiana.Quando Alemanno finisce di divertire presentatore e pubblico, il vostro affezionatissimo si ricorda di aver intravisto un assembramento tendente all’orgiastico nei pressi dell’area signing e decide di ritornare per poi potervi raccontare meglio. Dopo qualche coltellata ben assestata, riesco a farmi strada in quel carnaio e scopro che tutti quei cadav… ops! tutti quegli appassionati sono lì perché c’è Emiliano Mammucari (per chi non lo conoscesse: ma non si può, dai!)! Il fine e gentile Emiliano è tutto intento a disegnare i suoi amati Orfani (con tanto di super armature futuristiche!) e il vostro adorabile inviato si illude che egli sia lì per fare disegni per stima e amicizia… Quando Mammucari finisce il disegno e lo consegna nelle mani di un fortunato signore ottantenne (buon ritorno alla casa di riposo, fortunato vegliardo!), il vostro integerrimo Rolando si sta per fare sotto con una delle sue folli richieste per il Sommo (un John Doe che suona la chitarra acustica mentre guarda Friends alla televisione!), ma viene anticipato dal disegnatore che chiede ai presenti: «Chi è il prossimo numero estratto? Che ti faccio?» A quella domanda, sul volto del vostro amichevole Rolando si è disegnato un ghigno di disappunto che è durato ben sei secondi! Ma come!? Numeri?! Estrazioni!? Che ti faccio?! Disappunto!! E l’Audacità, dove la mettiamo?! E l’amicizia!? Allora, capendo di essere arrivato tardi e con la coda tra le gambe, l’inviato Audace tira fuori i suoi fumetti e fa mettere firme a casaccio a Mammucari, così la prossima volta impara a fare le estrazioni senza aspettare la delegazione Audace! Saluta e se ne va…
Ma il tempo passa in fretta. E c’è una stampa a colori che non si consegna da sola al Sommo Audace. Ed è allora che il vostro affezionatissimo, ritemprato da due pacchi di salatini e dalle chicche blasfeme di Alemanno, si rimette in fila per poter salutare il giovane e simpaticissimo Gigi Cavenago.
La tavola di Orfani realizzata da Cavenago per Mantova
La fila per la splendida stampa, opera di uno dei più talentuosi disegnatori della nuova generazione, scorre veloce (mai quanto la lettura di un fumetto di Recchioni!) e in un attimo sono da Cavenago: ragazzo davvero alla mano e degno di figurare tra i più bei ricordi di questa avventura mantovana.Sono più o meno le 16,00. Sono stato efficientissimo! Ho un sacco di tempo prima che arrivi il prossimo artista, tsk tsk! …Mi sbaglio di grosso. Mi giro e vedo una fila a dir poco chilometrica. Saranno in fila per il secondo giro da Cavenago, vero? «No, caro. Tra un’ora e mezza c’è Dailandòg!», mi dice una signora infastidita dalla mia domanda. È stato allora che ho capito quello che ha significato Dylan Dog in passato. La Dylanmania! Vecchi e giovani, donne e uomini, minigonne e autoreggenti, calvizie e forfora: tutti in fila per Dylan Dog! Il fatto che la tavola sia opera di uno dei più grandi geni del disegno mondiale, Nicola Mari (per chi non lo conoscesse: sparatevi!), interessa a cinque o sei amici di sofferenza filesca, per tutti gli altri si tratta di Dylan e basta!
Mari, altissimo, stilosissimo (indimenticabile il suo foulard!), squisito e disponibilissimo arriva puntuale dopo aver terminato la conferenza con Recchioni e Busatta sul rilancio di Dylan Dog: è la fine! Mai visto niente del genere! In fila accanto a me ci sono pure altri disegnatori Bonelli (!!!). Questo dovrebbe darvi la misura dell’importanza artistica di un colosso gotico come Nicola Mari. Fondamentali e da scolpire nel cuore le parole di un emozionato Fabio D’Auria: «Mari non è solo un maestro artistico, ma è anche un maestro di vita». Quando arriva il mio turno constato la veridicità delle parole dell’amicone Fabio: Mari, dopo aver ascoltato le mie parole e firmatomi una sessantina di albi, si alza per ringraziarmi e mi congeda sussurrandomi parole che non starò qui a divulgare al volgo virtuale ma che porterò sempre con me.
La splendida tavola realizzata da Nicola Mari per Mantova 2014
Bene, sono le 18,15. C’è una navetta che porta alla stazione. E c’è un Audace che deve prendere un treno alle 18,50 per tornare a Novara.
Buona vita.
RolandoVeloci