Paese che vai, leggi bavaglio che trovi. Forse, in un futuro molto prossimo, se passerà la legge sulle intercettazioni, molti giornalisti potrebbero essere costretti ad andare a scrivere in trasferta a Parigi. Reporters sans Frontieres ha infatti aperto un ”rifugio anti-censura” per proteggere le attività di giornalisti, blogger e dissidenti dal controllo delle autorità e della censura.
Nel “rifugio” ci sono tre computer collegati a internet con accessi criptati, tramite VPN, per scambiare dati e informazioni con le fonti giornalistiche in maniera del tutto riservata e a prova di ascolti indesiderati. La soluzione tecnica è stata realizzata da XeroBank, azienda specializzata nel settore della sicurezza informatica.
Giornalisti e blogger possono beneficiare di queste connessioni ‘anonime’ anche dall’estero. Il sistema, racconta il segretario generale di Reporters sans Frontieres, Jean-François Julliard, “permette a chi si trova in Birmania, in Cina, in Vietnam o altrove, di navigare in tutta tranquillità”, perché la VPN realizzata da XeroBank è in grado di seminare le tracce e dirottare eventuali spioni.
Reporters sans Frontieres ha deciso anche di organizzare corsi di formazione, per insegnare a blogger e giornalisti le tecniche per aggirare la censura, grazie agli strumenti informatici.
Un rifugio virtuale contro i bavagli, anche perché – dice Jean-François Julliard – quest’anno abbiamo censito casi preoccupanti in una sessantina di paesi. Si tratta di circa un terzo del pianeta e la tendenza non è rassicurante. Per questo abbiamo deciso di rafforzare la nostra azione”.
Qui c’è il video sull’inaugurazione.