Repubblica Centrafricana. Diabate(Unicef), ‘oltre 6000 bambini soldato’

Creato il 04 dicembre 2013 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

di Giacomo Dolzani

Secondo Souleymane Diabate, rappresentante nella Repubblica Centrafricana dell’Unicef, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia, i dati diffusi precedentemente dall’Onu relativi al numero di bambini soldato arruolati dalle milizie ribelli nel paese sarebbe grandemente sottostimato; secondo quanto dichiarato da Diabate i minori costretti a combattere sarebbero infatti oltre 6000, più del doppio di quanto stimato dai dati ufficiali.
Dallo scorso marzo, inoltre, cioè da quando i ribelli Seleka hanno deposto il presidente Francois Bozize, in tutto il territorio nazionale si vive un clima di grande insicurezza e al di fuori della capitale, Bangui, tutte le vie di comunicazione sono impraticabili perché infestate da predoni e criminali, tra i quali anche militari e mercenari rimasti senza salario dopo la caduta del governo precedente.
Il nuovo capo dello stato, Michel Djotodia, è uno dei leader dei ribelli che si è autoproclamato presidente e, anche se ufficialmente le sue armate sono state sciolte, i suoi uomini in realtà continuano a seminare il terrore e rendersi protagonisti di stupri e saccheggi; Djotodia ha promesso nuove elezioni entro la fine dell’anno prossimo, dopo un “periodo di transizione politica”, ma le condizioni del paese africano sono attualmente troppo precarie perché questo impegno venga preso sul serio dalla comunità internazionale.
Diabate ha inoltre sottolineato che, benché la popolazione sia all’80% di religione cristiana, i ribelli provengono invece dalle aree a maggioranza musulmana, sul confine con Ciad e Sudan, e ora detengono il potere; se la situazione non verrà presa in mano dall’Onu “potrebbe diventare molto seria”.
Rivolgendosi quindi a Ban Ki-Moon, agli Usa ed alla Francia che, durante il colonialismo governava il paese, Diabate ha affermato: “Quello che sta accadendo è tragico. Stiamo parlando di circa 4,6 milioni di persone colpite dalla crisi” e le truppe inviate dai paesi africani come peacekeeper, circa 2500 soldati, non sono ormai più sufficienti per garantire la sicurezza delle popolazione; la Repubblica Centrafricana ha però sotto questo punto di vista un grande problema, per chi dovrebbe intervenire e spesso si erige a salvatore della pace, come Washington, la sicurezza di Bangui non vale nemmeno un voto.

da Italia Sociale



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