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Repubblica Centrafricana / Le donne di Bangui in strada contro la violenza e la guerra

Creato il 28 dicembre 2012 da Marianna06

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Le donne africane, anche quelle di Bangui, capitale della Repubblica Centroafricana, in cui si teme da un momento all’altro l’arrivo dei ribelli armati,che intendono destituire il presidente François Bazizé,l’ennesimo padre-padrone africano, che pare non abbia rispettato precedenti accordi,risalenti addirittura ad anni addietro, sanno bene cosa attendersi dagli uomini in armi in un momento particolarmente delicato come quello di queste ore.

 Lo sanno alcune per  esperienza personale fatta,altre per i racconti delle madri o delle nonne o solo, altre ancora, per esserne state testimoni in qualche malaugurata circostanza.

Tra conferme e smentite, comunque, la coalizione guidata dal colonnello Djouma Narkoyo non è molto lontana da Bangui.

C’è chi sostiene (fonti giornalistiche internazionali) che sia a 60 chilometri, chi parla di 30 chilometri e, altri ancora, la fanno molto  più lontana.

Nel mentre le ambasciate di Stati Uniti e di Francia hanno chiuso subito i battenti e stanno trasferendo, rapidissimamente, il loro personale fuori dal Paese.

E così accade per altri cittadini europei, la cui destinazione più vicina è quella di Nairobi, in Kenya.

Le donne e la gente tutta di Bangui, insomma, è sola, molta sola e  alla mercé delle truppe dell’esercito regolare e dei loro alleati, i soldati ciadiani e, molto presto, lo sarà dei nuovi combattenti che, una volta sul posto,di sicuro useranno più il bastone che la carota, lividi di risentimento e di  odio come sono.

Insomma la gente del Centrafrica è come un gregge smarrito, oggetto sicuro di violenza.

Case distrutte e ruberie d’ogni genere saranno inevitabili.

Ma il peggio, e per le donne,che ne sono consapevoli, sono gli stupri.

E’ già accaduto, infatti, giorni fa nelle città settentrionali del Paese e ad opera proprio di quei militari ciadiani, che erano lì semmai per proteggere la popolazione civile dai ribelli.

E non  meno di loro sono stati i comportamenti dei soldati dell’esercito centrafricano, mal equipaggiati, affamati e pronti ad impossessarsi d’ogni cosa senza fare troppi distinguo.

Ecco perché le donne di Bangui protestano ad alta voce nelle strade in un clima da calma surreale, gridando il loro “no” alla violenza, alle morti certe quanto inutili.

Urlano semplicemente il rispetto  dei loro diritti e quelli della loro gente.

Domandano pace e sognano un’improbabile democrazia, chiunque abbia la meglio in quest’ultima terribile contesa.

E’ una rabbia, quella delle donne di Bangui, che nasce dall’impotenza quasi certa dell’avere ascolto.

Ma ci provano lo stesso. Segnale “ forte” di un cambiamento.

E anche perché il mondo sappia e condanni, senza mezzi termini, insieme a loro.

E' importante. 

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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