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Repubblica, la mappa della censura del web non rende giustizia alle “rivolte digitali” nel mondo

Da Kobayashi @K0bayashi

In diverse zone del mondo, negli ultimi giorni, stanno scoppiando vere e proprie rivolte di piazza contro gli attuali regimi al potere: in questi paesi in stato di agitazione, dove le informazioni circolano con difficoltà tra censure e versioni “ufficiali” di palazzo, i social network stanno giocando un ruolo dominante nello scacchiere della partita tra governo e oppositori, tanto che in più occasioni a livello centrale si è cercato di tagliare le gambe ai manifestanti togliendo loro da un momento all’altro uno degli strumenti più veloci ed efficaci per organizzarsi, Internet.

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Per fare ordine sulle aree “calde” del pianeta Repubblica.it ha realizzato una mappa interattiva (visual desk: Paola Cipriani ed Elisabetta De Angelis) con gli 8 paesi attualmente più a rischio di censura digitale: Cuba, Algeria, Tunisia, Libano, Egitto, Turchia, Siria e Cina. Cliccando su ciascun paese si aprirà una scheda informativa che mostrerà la situazione specifica della nazione in questione, con particolare focus sui social network oscurati (soprattutto sullo stato di Facebook e Twitter) e con una panoramica sulle maggiori restrizioni applicate dai governi in carica all’uso della rete nel paese.

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Uno sforzo supplementare, rispetto ai precedenti tentativi, per rendere un po’ più interattiva l’esperienza dell’utente, ma siamo ancora molto lontani – sia a livello grafico che, soprattutto, sul piano dei contenuti – dalle ben altre vette di informazione e reale usabilità raggiunte dai siti dei quotidiani internazionali. Bisogna certamente sperimentare e osare di più, contando anche che si sta parlando di un tema certamente “di punta”, circostanza confermata anche dal fatto che il topic occupa stabilmente la cima della homepage ormai da diversi giorni.

Quel poco che si trova nelle scarne schede di Repubblica.it non aggiunge nulla a quello che un (mediamente) bravo internauta riesce ad aggregare in rete in 5 minuti di girovagare tra Twitter, Facebook e gli altri social network, e soprattutto non si avvicina – e sì che i mezzi di partenza sono decisamente superiori per la testata di Largo Fochetti – alla velocità e alla puntualità di aggiornamento sulla situazione che può invece fornire una propria rete sociale di fiducia sull’argomento.

(immagine di copertina | Sheefa su twitpic)


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