30 aprile 2013 Lascia un commento
Nondimeno accetto senza comprendere l’entusiasmo generale e di quando in quando proseguo svogliatamente nel completare la sua filmografia.
E’ la storia di una biondissima Deneuve poco piu’ che ventenne, operatrice in un centro estetico che fin dal principio mostra a dir poco interesse se non vera repulsione nei confronti degli uomini. Appare distratta, assente ma c’e’ qualcosa d’altro in quell’atteggiamento fanciullesco e spaventato che solo la sorella con la quale convive, pare tenere sotto controllo. Sara’ proprio la partenza della sorella a scatenare nella ragazza i peggiori incubi e le peggiori conseguenze.
Confesso di far fatica a dare un giudizio sereno, un poco per la considerazione non eccelsa che ho del regista, poi perche’ arriva dopo Hitchcock che a quel tempo aveva gia’ raccontato tutto, mostrato tutto e sintetizzato tutto.
Certo e’ che nel 1965, anno d’uscita della pellicola, il pubblico era meno smaliziato ma per comprendere quale fosse il disagio della Deneuve, non servono piu’ di pochi minuti e la sua follia trasposta nel mondo reale, colpisce solo a momenti. La scansione del ritmo e’ a dir poco imperfetta, si procede a balzi discontinui con una prima meta’ del film preparatoria e il seguito con lei chiusa in casa, che e’ tutto uno squillare di campanelli e telefoni che stancamente cercano di dare brio ad un proseguo gia’ scontato. L’ultimo piano sequenza colpisce ed e’ ben realizzato, sessanta secondi che valgono a mio avviso l’intero film.
Bravina la Deneuve, guadagna punti per l’essere cosi’ giovane ma l’imbambolo suona sovente finto per quanto noi siamo comprensivi e perdoniamo.
Si guarda, in fondo e’ meglio di tanto, tanto altro e poi come dire, in fatto di violenze sui minori, Polanski ha sempre da insegnare.