Ma queste sono cose che sanno tutti, a distanza di trentacinque anni dal 1977 e dall'approvazione della L. 517, che sancì le ore di programmazione come attività didattica importante quanto le attività in classe, sono cose che ormai si danno per scontate. Quello che forse è meno noto, ma qualche collega anziano di servizio lo ricorderà, è che le ore di programmazione dei docenti sono il frutto di battaglie, sono una conquista, insieme a quelle che misero alla porta le classi differenziali, che introdussero i documenti di valutazione e cosa più importante consentirono di vere scritta la parola "collegialità".
La legge di stabilità di prossima emanazione, ne ha parlato Galatea qui per quel riguarda le superiori, parla, e non credo di ingannarmi perché non sono la sola ad averlo percepito, riferendosi ai docenti della Primaria, di servizio già previsto di ventiquattro ore, ciò che non è scritto ma è facile da intuire, è che sono destinate a diventare ventiquattro ore d'insegnamento frontali. E la programmazione dirà il lettore attento? la programmazione non servirà più, perché come i più bravi ricorderanno la scuola Primaria da qui a breve diventerà di ventiquattro ore settimanali anche per gli alunni. I conti sono quindi presto fatti. Si disse maestro unico e maestro unico sarà. E' cambiato il ministro ma il disegno previsto per la scuola è rimasto tale. E non dovremo neppure aspettare tanto per avvertirne le conseguenze. Ora ci vorrebbe un musicista bravo che componga un Requiem non solo per la programmazione, ma per tutti i pezzi di scuola, frutto di conquiste e segno di civiltà, che tristemente ci stanno lasciando, assieme all'idea che una scuola dignitosa sia lo specchio di altrettanta politica.
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