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“Requiem tedesco – Storia degli ebrei in Germania 1743 – 1933″ di Amos Elon: l’ansia degli ebrei di sentirsi tedeschi

Creato il 19 ottobre 2015 da Alessiamocci

 Amos Elon (1926-2009) è stato un saggista e giornalista. Nato a Vienna si trasferisce con la famiglia sin dal 1933 in quello che era il protettorato inglese della Palestina.

Attivo militante per la creazione dello stato di Israele ne entra in aspra polemica dal 1967 verificandone l’opposizione alla creazione di un stato arabo di Palestina.

Nel 2004 rinuncia polemicamente alla cittadinanza israeliana e si trasferisce definitivamente nella sua amata Toscana dove morirà.

Il libro “Requiem tedesco – Storia degli ebrei in Germania 1743 – 1933” è raccomandabile perché argomenta puntualmente la lunga lotta sostenuta dagli ebrei tedeschi per integrarsi pienamente in Germania.

Il paladino e iniziatore di questo movimento è il filosofo Moses Mendelsshon (nonno del celeberrimo Felix), al quale si rimprovera, assieme ai suoi genitori la rapida conversione al luteranesimo.

Moses al suo primo ingresso nella Berlino prussiana, come tutti i suoi correligionari, dovette entrare obbligatoriamente, non dalla porta pedonale ma dal passo carraio con gli animali.

Dimenticato il felice periodo napoleonico, le lotte per la parità ripartono dal regno di Prussia e  proseguono durante il kaiserismo per realizzarsi, ormai tardivamente, durante la Repubblica di Weimar.

Sfilano nel testo intellettuali ebrei come Heinrich Heine, Schnitzler, Marx, Brecht e tanti altri.

A quell’epoca non era consentito agli ebrei l’accesso agli impieghi pubblici o ad incarichi militari. La scorciatoia diventò una cospicua conversione forzata al cristianesimo, anche se non sempre tutto questo era ritenuto sufficiente.

É commovente analizzare l’ansia degli ebrei di sentirsi tedeschi a pieno titolo: tedeschi di religione ebraica. Disse Remarque durante il suo esilio volontario: “Io, sentire nostalgia della Germania? Mica sono ebreo!

Sorprende l’entusiastica adesione degli ebrei, come di tutti i tedeschi, alla I° guerra mondiale. Non molto diversamente dagli ebrei italiani.

Elon ricorda opportunamente, in opposizione alla vulgata hitleriana e a volte anche attuale, come oltre agli ebrei ricchi, che venivano facilitati anche per tassarli meglio, vi fosse la grande massa degli ebrei poveri, degli artigiani, degli ultimi, obbligati persino a camminare giù dai marciapiedi.

Vittime, assieme ai ricchi, dei ricorrenti pogrom che hanno punteggiato la nostra storia europea.

Ed è invece sconcertante, ed il libro termina appositamente nel 1933, come la comunità ebraica si divida nel giudizio sull’emergente politico austriaco Adolf Hitler, sottovalutandone il manifesto programmatico di Mein Kampf.

Il libro è un bel affresco, istruttivo, che aiuta a capire questo lungo capitolo della storia tedesca, e  della storia ebraica complessiva anche se si dilunga eccessivamente sull’elenco degli ebrei noti e arcinoti.

Written by Alberto Castrini


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