È settimane ormai che faccio sempre lo stesso sogno, in cui compare sempre lo stesso luogo, e termina sempre con la stessa situazione di sconvolgimento e stordimento al risveglio.
Una casa che non è la mia, ma è come se lo fosse.
Grande, maestosa; la conosco in ogni singolo dettaglio. Mi muovo al suo interno come se non facessi altro durante tutto il giorno, come se salvare Firenze da Savonarola e Rodrigo Borgia non fosse la mia reale occupazione primaria.
Giro in lungo e in largo, e sogno dopo sogno mi ricorda sempre più l'immagine che costruii nella mia testa della casa del Barone Arminio Piovasco di Rondò. Ci son due saloni, due cucine, collegate entrambe da una scala a chiocciola. La mia stanza è posta in alto, nel punto più alto di tutta la casa, posso vedere tutto da lì: le luci di Cagliari, le luci della Saras, il riflesso della luna sullo stagno di Santa Igia. Ho la possibilità di correre a destra e a manca, saltare, arrampicarmi sul tetto e sulla canna del camino senza il minimo problema; l'unico cruccio, e ciò che forse mi da più pensiero, è il fatto che io non riesca a scendere al piano terra. Rimango relegato al primo piano, con la possibilità di uscire all'aperto per mirare le bellezze della natura e stop. Il sogno si conclude così, e si ripete una, due, tre volte alla settimana.
Gli sfarzi di quella casa che sento mia ma non lo è, i pavimenti in marmo bianco sui quali è possibile specchiarsi, gli arazzi, i tappeti, tutto continua a perseguitarmi al momento del risveglio, quando il cellulare sputa la fatidica frase «Sono le ore otto e trenta minuti», e io relegato nel mio normalissimo letto cerco conforto aprendo la porta finestra e mirando dal balcone, come il celebre Homme au balcon di Caillebotte, guardo in lontananza il sole caldo che entra nella stanza e riscalda il mio giaciglio.
Ora però vorrei cercare di dare una spiegazione a quella casa, al perché continui a visualizzare sempre e solo quella, perché non possa scendere al primo piano e perché dimostri un'incredibile quanto inverosimile abilità nello scalare tetti e comignoli.
Quindi chiedo l'aiuto di voi lettori, visto che l'unica spiegazione che riesco a trovare è quella di giocare meno ad Assassin's Creed II.
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