Il crepuscolo morde luglio
già alla fine dei suoi giorni
passati come acqua di fiume
misera di secca estiva
che sfiora soltanto il greto.
Sulla linea fra sole scarlatto
e luna ormai dissolvente
osservo selve di campanili
e città - alveari di sogni - :
il vecchio mondo ormai stanco.
Dalle mie sinapsi interrotte
da anni di sonno perduto
s’alza il sipario della resa
bianco come una nottata
dopo un temporale arido.