Il regista Alain Resnais, anni 91, ci ha lasciati ieri sera...
Ho chiuso il tablet e sono tornata a letto, sotto le coperte.
Non voglio svegliarmi in un mondo in cui non c’è più Alain Resnais, ho pensato. Me ne starò qui, al buio, e non uscirò finché qualcuno non viene a dirmi che non è vero. Ma non è venuto nessuno.
Così mi sono messa a pensare ai suoi film. Che ho visto quasi tutti. E più ripensavo ai suoi film e più mi rendevo conto di quante immagini salva-vita Resnais mi avesse lasciato. Cosa sono le immagini salva-vita? Semplice. Sono quelle immagini a cui penso nei momenti brutti e che, istantaneamente, hanno il potere di farmi sentire meglio, di ridarmi la carica, di farmi capire che sì, dopo tutto, guarda che bel mondo che c'è la fuori!
E allora eccolo qua, il mio breviario d'amore resnaisiano:
HIROSHIMA, MON AMOUR (1959)
Emmanuelle Riva che passeggia, in uno yukata estivo, sulla terrazza di un hotel:
L'ANNEE DERNIERE A MARIENBAD (1961)
La bellezza di Delphine Seyrig col caschetto nero, nel suo vestito di piume bianche:
MURIEL OU LE TEMPS D'UN RETOUR (1963)
Questo film potrebbe salvarmi la vita intera, tanto lo adoro.
Di nuovo Delphine Seyrig (non si è mai detto abbastanza di quanto questa attrice fosse straordinariamente bella e straordinariamente brava), qui in versione donna di mezza età:
Capolavoro assoluto. Ricordo indelebile.
PROVIDENCE (1977)
La casa-castello, il tavolo apparecchiato per un pranzo d'estate, e tre attori che amo alla follia: Sir John Gielgud, Dirk Bogarde, David Warner.
L'AMOUR A MORT (1984)
Uno dei più forti ricordi cinematografici della mia adolescenza. La scena impressionante in cui Arditi moriva per poi ricominciare a vivere... per poi morire definitivamente.
Sconvolgente.
Gli stessi attori di L'Amour à Mort (e la sensazione bellissima di aver trovato una famiglia al cinema). Parigi negli anni '20. Quel cortile in cui si cenava e ci si innamorava anche se non era permesso... e quei deliziosi titoli di testa, in cui una mano sfogliava un libretto come se fossimo sul punto di vedere una pièce teatrale anziché un film.
SMOKING NO SMOKING (1993)
Un altro film (anzi due!) che davvero adoro: Alain Resnais, con l'aiuto di due virtuosi della sceneggiatura: Agnès Jaoui e Jean-Pierre Bacri, traduce in due opere separate ma interscambiabili la pièce "Intimate Exchanges" del commediografo inglese Alan Ayckbourn. Due soli attori in scena (gli insostituibili Pierre Arditi e Sabine Azéma) per ben 9 diversi personaggi. Assolutamente geniale!
ON CONNAIT LA CHANSON (1997)
Bacri e Jaoui tornano a collaborare con Resnais e questa volta si mettono anche davanti alla camera da presa. Ero colta da gioia infinita ogni qual volta uno degli attori, senza preavviso alcuno, si metteva a cantare una canzone con la voce di Gilbert Bécaud, Josephine Baker, Dalida e Alain Delon. A sorpresa, il più grande successo commerciale di tutta la carriera di Resnais.
PAS SUR LA BOUCHE (2003)
Più invecchia, e più ha voglia di divertirsi, Resnais. La gente flirta, canta, balla, e si preoccupa solo di cose frivole. Che meraviglia!
VOUS N'AVEZ ECORE RIEN VU (2012)
E come promette il titolo: quando pensavamo che il regista ci avesse fatto vedere tutto, ecco che se ne esce con una storia incredibile di film nel film, teatro nel teatro, attori che diventano altri attori. Girata a 90 anni, ça va sans dire...
Resnais ha fatto un altro film, prima di lasciarci.
Non ho idea di quando uscirà, ma so già che lo vedrò con quel misto di gioia e sorpresa che ritrovavo sempre, puntuali, ad ogni appuntamento con lui.
Che il titolo sia Aimer, Boire et Chanter (Amare, Bere e Cantare) non solo non mi stupisce, ma mi sembra quasi inevitabile.
Sacré Resnais!