Resoconto dal cinema #2: Cloud Altas - Tutto è connesso.

Creato il 12 agosto 2013 da Valentina Seminara @imatimehunter
Oggi ho visto Cloud Atlas -Tutto è connesso, "l'erede di Matrix", uscito ad ottobre dell'anno scorso e tratto dal romanzo L'atlante di nuvole di David Mitchell. Non ho letto il libro, anche se avrei voluto farlo prima di vedere il film, né ero sicura di voler dar vita a questa recensione finché non mi sono ritrovata a scrivere sulla pagina vuota del foglio di questo post, riversando tutti i miei pensieri e le mie riflessioni, quelli che mi affollavano la mente dopo aver spento la tv.

Dopo aver chiesto ripetutamente ai miei il permesso di acquistarlo in primafila su Sky, ci siamo concentrati tutti su questo film di fantascienza, con gli occhi incollati allo schermo, gli altri volenterosi di capire il perché fossi tanto curiosa di guardarlo, io per soddisfare tale curiosità.
Non mi è venuto in mente di porre attenzione in particolare sulle recensioni nel web circa questo film, poiché il mio desiderio di vederlo faceva una capatina ogni tanto nella mia mente, e solo quando sentivo qualcuno parlarne o ne scovavo la copertina da qualche parte.
« Un'epica storia del genere umano nella quale le azioni e le conseguenze delle nostre vite si intrecciano attraverso il passato, il presente e il futuro, come una sola anima è trasformata da un assassino in un salvatore e un unico atto di gentilezza si insinua nei secoli sino ad ispirare una rivoluzione »
La parte tecnica. Le musiche erano splendide, perfettamente calibrate in base alla scena che accompagnavano, spesso così eteree che mi risuonavano in mente come in lontananza, troppo concentrata sulla parole e sui loro significati per badare al resto. Ma le sentivo, e le ho adorate, davvero. Gli effetti speciali, per quel poco che ho visto di Matrix da piccola e che mi hanno confermato, erano degni di quest'ultimo. Non mi sono sembrati incredibili o addirittura probabili soggetti di lode a fronte di tutto il film, ma li ho trovati assolutamente conformi alla storia, particolarmente belli da vedere mentre si è assorti nella visione del film. Anche gli attori, da Halle Berry, che mi ha molto coinvolta per tutto il film, a James "Jim" Broadbent, con il suo umorismo dal retrogusto dolciastro -e che ricordavo con affetto per il suo ruolo in Harry Potter, il buon vecchio Horace Lomacorno-, hanno reso la visione più che piacevole. Dovevo impegnarmi nel riconoscere ognuno di loro nei diversi spezzoni. L'idea stessa di dividere le storie e incastrarle fra loro, così che chi guarda possa crescere con queste e arrivare alle medesime conclusioni, è uno degli elementi del film che ho più apprezzato.
La storia narrata dietro il nome Cloud Atlas - Tutto è connesso, è un intreccio di più storie diverse, con personaggi differenti che vivono vite separate, ma che si incontrano ancora e ancora, in cicli diversi e uguali, come se inseguissero qualcosa ma, nel viaggio, inciampassero negli stessi errori. Un filosofia che non è più solo questo, quando qualcuno lotta con la propria vita per proteggerla, ma che diventa qualcosa di più, qualcosa di infinitamente di più, su cui basare la propria vita e le proprie azioni.
Non ho letto il libro su cui è basato questo film, ma l'ho apprezzato come uno spettatore può apprezzare un film che impara a conoscere con il film stesso, senza conoscere nulla prima.
I viaggi della mente hanno qualcosa di magico, è un istinto che ci porta a sovrapporre domande su domande, sperando di trovare in ogni interrogativo una risposta a quello precedente. Era ciò su cui riflettevo all'inizio, quando per una buona prima parte, confusa, non riuscivo a collegare certi fattori, ne a scorgerne i fini o gli effetti. Solo alla fine mi è parso di capire, e ho lasciato perdere le domande.
Il punto non era scovare i misteri dietro ogni storia -l'avvelenamento e la lotta contro la schiavitù, la strage per il nucleare, la rivelazione dell'Alleluia-, ma trovare gli errori ed elevarli ad un'ideale più alto, così da avere la forza di prendere le giuste decisioni, trovare il coraggio di portarle avanti. Credere che quando fai qualcosa, giusto o sbagliato che sia, tutto tornerà indietro, contro di te o a tuo favore. Verità, giustizia, amore, speranza, valori che infiammano i cuori dei rivoluzionari di ogni epoca e che diventano fondamento stesso della vita, quando si sceglie di non vivere schiavi della paura.Rimango estremamente affascinata dai discorsi sulla reincarnazione, sul destino, dai quesiti e le opinioni su cosa di mistico e fisico ci sia dopo la morte, su quelle domande a effetto oggi spesso ricorrenti in modo superficiale, ma che nella loro semplici portano con sé un peso davvero notevole. Chi di noi non ci pensa, le rare volte in cui ci fermiamo per un momento nella nostra caotica vita, e ci accorgiamo che tutto continua a correre, che niente ci aspetta, che siamo noi a dover rincorrere la nostra vita e non viceversa? Quanto è destino e quanto, invece, siamo noi a determinarlo?
Ciò che mi ha impressionata di più, oltre agli effetti speciali, sono stati i toni solenni e la crudeltà delle scene, crudeli non in quanto malvagie, ma perché crude e vivide, dirette, che colpiscono subito e fanno riflettere. E mi chiedevo, morire per un'ideale? Ma ne sarei capace, o permetterei alla paura di guidarmi?
Quando il film è finito mi sono detta.
Non ho mai visto un film così.
Non ero sicura se perché non mi fosse piaciuto o mi fosse piaciuto tanto da lasciarmi senza alcun commento, però è stato così.
Chi di voi l'aveva già visto?

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