Il concerto dei Marta sui Tubi del 4 aprile all’Alcatraz di Milano è stato all’insegna dell’ultimo album, “Cinque: la luna e le spine”. Tra le prime canzoni, “Dispari”, sentita per la prima volta a San Remo, cui allegramente il chitarrista Carmelo Pipitone ha cambiato il testo, che è diventato “Oscar Wilde.. e Benvegnù!”
Sempre in ambito di sesso, tema dominante della serata, e di interazioni con il pubblico, Giovanni ha invitato, durante la presentazione di “La ladra”, di cogliere l’occasione per limonarsi l’amica presente al concerto. Ora o mai più. Più avanti ha chiesto ai presenti di alzare la mano qualora fossero vergini, qualora avessero fatto almeno una volta “sesso da soli” (la risposta non li ha soddisfatti) e ovviamente qualora l’avessero fatto in tre. Sorpresa: anche Ivan Rustichella Paolini, il batterista, e il Carmelo nazionale hanno alzato la mano.
“Ma la alzi anche tu la mano?”, ha chiesto Giovanni sorpreso, e Carmelo a spiegare che a domanda lui risponde, e poi a specificare: “Eravamo in tre sul furgone…”
Dei brani vecchi, “La spesa”, “Divino”, su cui il pubblico si è scatenato , “Dominic”, il pezzo per le donne facili, durante il quale Carmelo ha sbagliato il suo cantato e allora giù a ridere, “Cristiana” e “L’abbandono”. Una curiosità: Giovanni nel presentare “Divino” ha sostenuto che il brano è nell’ultimo album. Ahi ahi ahi.
“La polvere si posa sui maiali”, un blues cantato da Pipitone, ha visto un’interessante ospitata: la Bandakadabra, composta da tre trombe, una fisarmonica, tre sax contralti, due sax tenori, un sax baritono, un sax soprano, tre clarinetti, una percussione, un bassotuba, due bombaradini e due tromboni.
Una dedica implicita (su “Vagabondhome”) è andata a Jannacci ed a Califano, di cui Gulino si è dichiarato invidioso, e molti pensieri sono stati indirizzati a Lucio Dalla, che i Marta, nonostante l’abbiano visto solo tre volte (hanno lavorato assieme per “Cromatica” e per lui era stata scritta :::), reputano una guida e un amico, tanto da definirlo “il nostro grandissimo amico Lucio”. “Cromatica” è stata eseguita con la Bandakadabra.
Nei bis, “Vorrei”, la canzone di San Remo su cui il pubblico, evidentemente più di nuova che di vecchia data, si è esaltato tantissimo, ancor più che durante “Divino” o “Dominic”.
Angolo pubblicitario relativo il banchetto dei cd: “Volete cd degli Zen Circus o del Teatro degli Orrori? Non li abbiamo!”
Quindi “Cromatica” con la Bandakadabra in versione ridotta, in cui è spiccato un lungo assolo di Fulvio Chiara alla tromba. Poi momento stupidera con Ivan – in perfetta forma, guantato e codato – che parte più volte con una rullata su cui Carmelo fa seguire il giro di “Roxy bar”. Giovanni, incapace di resistere, via a cantare “ e ci troveremo come le star “. “Come fai dopo questo giro a non metterci un La Minore!?”, si è giustificato più volte Carmelo, non riuscendo per quasi cinque minuti a iniziare “Cinesterica”, imprigionato dal riff del famigerato Vasco Rossi.
I bis sono continuati con una spumeggiante “Camerieri”. Molte le parti di testo improvvisate, con Giovanni e Carmelo a rimpallarsi. “Terroni che servono ai tavoli” e “Terrorismo psicologico” e “Devo andare ad Oslo per trovare un posto in cui non ci siamo terroni” ed infine un “cotoletta alla milanese” sparata lì con accento bolognese. Al che risate sino a piangere. Gran finale con un pezzo che non viene fatto spesso ma che viene chiesto sempre, “Vecchi difetti”.
Written by Silvia Tozzi