Luana Fabiano nel suo lavoro in versi, Respiri violati, edito da Puntoacapo Editrice, 2014, non si pone come intermediario tra l’oggetto e il soggetto, tra la vittima e il carnefice, ma sceglie il potere e il senso suggestivo della partecipazione.
Le immagini di esperienze di violenza, spesso crude e sanguinose, vengono nominate in aggettivazioni, con tale intensità espressiva, da far riviere al lettore le scene di sottomissione.
Così la poesia diventa un canto universale dignitoso, una voce alta di corpi, di respiri, soprattutto di respiri di donne, di ogni età, di ogni nazione, una sola voce dal tono forte che sa scuotere viscere e coscienze, che provoca e aziona riflessioni.
Lo spazio della poesia può accompagnare i movimenti culturali, può rivoluzionare le logiche e profetizzare sommosse intellettuali. I turbinii del male, è chiaro, sono insopprimibili, perché insiti nella natura umana, ma sappiamo bene che le patologie mentali possono essere gestite affinché l’orrore e l’abuso maniacale, l’uso ossessivo e il sopruso del corpo possa essere controllato, represso, curato.
Il messaggio che l’autrice vuole consegnarci con questa raccolta è, comunque, positivo e di speranza, infatti la fiducia balbetta nel verso che è brivido quando si interseca, tragicamente e mostruosamente, alla paura, alla disperazione e alla solitudine dell’umanità.
“Bianco moto”
Nelle chiome degli alberi
l’incavo di visi,
intermittenza di lucciole
rievocata da calendari in bianco e nero.
Ormai nelle stanze
delle bare è il moto:
spine di cactus si allungano per non soffocare
e scorie di vita si schiantano sul pavimento
e la vegetazione di luce e carne
trascinano il loro sfarfallio.
Luana Fabiano nasce a Catanzaro nel 1978 e vive a Squillace. Dopo aver conseguito la maturità linguistica ha svolto attività di docente di madrelingua presso alcuni licei francesi della cittadina di Beauvais. Nel 2003 si laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne presso l’Università della Calabria e nel biennio 2003-2005 consegue la specializzazione all’insegnamento secondario. Dal 2005 insegna lingua e civiltà francese nella scuola secondaria di secondo grado.
Appassionata di letteratura e teatro, da sempre attenta lettrice di poeti italiani e stranieri, esordisce nel 2013 con la sua opera prima, la silloge I covoni della speranza (Lepisma Edizioni) che vanta la prefazione di Dante Maffia e che è risultata finalista al Premio Internazionale di Poesia, Prosa e Arti Figurative “Il Convivio 2013”.
Written by Rita Pacilio
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