E' tipico dell'attuale premier gonfiare fino all'inverosimile un'iniziativa del proprio governo spacciandola come "la volta buona", ovvero finalmente la riuscita di un progetto fondamentale e che nessuno era mai riuscito a portare a termine. Gli ottanta euri (che poi non sono mai stati veramente ottanta) sono stati presentati sia come redistribuzione di ricchezza e sia come abbassamento di tasse, per un costo complessivo di circa dieci miliardi. Prima cosa, la ricchezza accumulata da qualcuno non deve esser distribuita ad altri. Per raggiungere questo scopo basta già la progressività delle imposte, infatti chi ha di più paga di più. Renzi voleva aiutare chi dichiarava un reddito piuttosto basso? Sarebbe bastata l'eliminazione della vecchia IMU sulla prima casa, visto che quasi tutti gli italiani sono proprietari di una casa su cui già pagano rate del mutuo ed interessi. Questo per farvi capire quanto il Renzi soffra di "annuncite".
Tutta la storia montata dal governo sulla responsabilità civile dei magistrati è una balla pazzesca, perché fondamentalmente non crea niente di nuovo. Trent'anni fa ci fu un referendum promosso dai radicali che chiedeva a gran voce la responsabilità civile dei magistrati. Venne sostanzialmente disatteso, ma trent'anni fa non c'era stata Manipulite, ovvero la prima grande intrusione della magistratura nel Parlamento italiano, con l'unico risultato d'aver fatto finire in gabbia persone poi riconosciute innocenti. Trent'anni fa, a dirla tutta, non c'era ancora stati gli innumerevoli "casi Berlusconi", insomma tutti i processi che egli ha subito dal '94 ad oggi consistenti in vere e proprie angherie. Trent'anni fa non c'era in Parlamento né Di Pietro, né Ingroia e né la Finocchiaro, tutti ex magistrati simbolo della politicizzazione di parte del potere giudiziario.
Se il Renzi che ha promosso questo disegno di legge è il solito che non ha detto pio durante la cacciata di Berlusconi dal Senato (applicazione irretroattiva di una legge sfavorevole all'imputato e testimonianze sull'avversione che Esposito nutriva nei confronti del Cav), il solito che non è intervenuto dopo la clamorosa condanna in primo grado di Berlusconi per il caso Ruby (dico clamorosa per la assoluzione totale in Appello), insomma se il Renzi è tutto questo io prendo con le pinze tutto ciò che egli propone al riguardo.
Nessuno contesta il fatto che un giudice possa sbagliare e condannare una persona innocente. Sono esseri umani come tutti noi. Deve esser condannato il giudice che lo fa con dolo o colpa grave, fin qui siamo tutti d'accordo. Non concepisco però l'esistenza in un paese occidentali di Magistratura democratica: un'associazione interna al potere giudiziare che si autodefinisce di sinistra. Non concepisco come un magistrato possa passare dal ruolo di Pm a quello di giudice e viceversa, quindi trovarsi a dover giudicare qualcuno che magari aveva indagato anni prima. Sto parlando della famosa non separazione delle carriere. Non riesco neppure a capire perché ad un magistrato venga data la possibilità di entrare in politica, gettando quindi delle ombre sull'imparzialità del suo precedente operato. Volete forse dirmi che tentare di togliere quindici giorni di ferie ai magistrati significhi attaccare la casta che essi compongono? Il governo avrebbe dovuto attaccare la politicizzazione della magistratura assicurandone l'imparzialità. E Renzi avrebbe dovuto gridare in aula che tutto questo la sinistra lo impedisce da vent'anni.
Avrebbe dovuto insomma fare la cosa giusta e dire la verità.
Ma forse gli chiedo troppo.