sono qui sul divano con la micia sulle ginocchia.
è reduce dall’operazione di sterilizzazione… l’abbiamo portata ieri mattina e ripresa ieri sera.
da quando è tornata non ha ancora voluto mangiare né bere. il veterinario ha detto che è normale, che non le succederà nulla e che starà bene presto.
ci ha spiegato che abbiamo preso la decisione giusta e secondo me ha ragione.
non abbiamo fatto quello che ci è parso più semplice, abbiamo fatto quello che ci è parso più giusto.
dal momento in cui l’abbiamo raccolta da dentro al rosmarino di maria, capitata spersa da chissà dove e da chissà chi, (ma come si fa a “sperdere” un animale? ma l’hanno guardata prima di andarsene? e cosa hanno letto nei suoi bellissimi occhi?) abbiamo preso la decisione di interferire con la sua vita.
di darle una casa, una ciotola con il cibo e l’altra con l’acqua, un divano da grattare e zero alberi su cui salire (con l’eccezione di quello di natale) niente topi da cacciare, ma piumoni morbidi sui quali dormire.
una giratina sui tetti di lucca come momento di libertà, le cure contro la rogna auricolare e il raffreddore, le carezze davanti al caminetto e niente erba, niente uccellini, niente lucertole da acchiappare.
noi abbiamo addomesticato lei e in qualche modo anche lei ha addomesticato noi.
e avere un gatto comporta responsabilità, così come si hanno delle responsabilità nei confronti di un amico.
e rientra nelle responsabilità di chi sceglie di vivere con un gatto l’”occuparsi di lui”, proteggerlo, prevenire i problemi che potrebbe trovare, fare delle scelte che non vorrebbe fare, che sarebbe più comodo ignorare, ma che sono necessarie.
accarezzo Priskola, mi chiedo quando ricomincerà a bere, mangiare e a sorridere.
spero presto.