Innanzitutto vorrei sottolineare due ingiustizie:
- secondo Oxfam, le 85 persone più ricche del mondo possiedono quanto la metà più povera di questo stesso mondo. Siamo talmente abituati a statistiche di questo genere, in varie versioni, che forse non ne capiamo la portata. Ottantacinque contro tre miliardi e mezzo. Secondo i miei calcoli, questo dato significa che una di queste persone possiede mediamente quanto quarantun milioni di altre. Al di là dello stile di vita e della distruzione ambientale, cose di cui parlo spesso, vi rendete conto di quanto potere detengono queste persone, in grado di influenzare governi, media e istituzioni internazionali e di fare, se gli va, beneficenze astronomiche che i governi non possono più permettersi? Pensate alla Microsoft e a Bill Gates, che porta avanti progetti di sviluppo di propria scelta e dialoga alla pari con governanti di interi paesi. In che percentuale dona quello che guadagna? E da dove vengono i suoi soldi? Leggete i commenti dei lettori all’articolo, alcuni molto interessanti, e se ne avete voglia verificate voi stessi se è vero che la sua fortuna deriva da una famiglia ricca e buoni studi, un colpo di culo all’inizio e pratiche monopolistiche dopo. Inoltre tutti i soldi che ha guadagnato nel corso della sua vita non sono generati dal nulla ma vengono dai consumatori, dalle istituzioni locali che inspiegabilmente utilizzano i suoi prodotti, dalle aziende –> consumatori impoveriti, istituzioni (ospedali, università) che pagano la Microsoft e hanno meno soldi per svolgere le loro funzioni, aziende che tagliano stipendi ai dipendenti… non sarebbe meglio se queste immense ricchezze restassero distribuite nelle tasche originarie, anziché concentrarsi nelle mani di un solo uomo e della sua pur filantropica moglie?
- altra ingiustizia: 26 milioni di fatture false a scopo di evasione fiscale, e nessuno dei coinvolti farà un giorno di carcere; ma pazienza, se pagassero in altro modo. Invece la pena più grave è una sospensione di diciotto mesi (!!) dall’ordine dei commercialisti (a vita no?) e “alcune centinaia di migliaia di euro” di risarcimento, su milioni evasi. A quelli che avevano evaso invece 412 mila euro tocca una misera multa di due centesimi del valore. Non vorrei basare la mia analisi solo sulle informazioni comparse sulla stampa oggi, ma non ho le competenze per analizzare le sentenze oltre il fatto che appaiono inadeguate. Mi sembra comunque che ci sia qualcosa che non va nelle leggi.
In realtà la mia idea per questo post era un’altra, per cui è rimasto poco spazio. Volevo dire che continuo il mio esperimento di vita senz’auto e continuo a trovare soluzioni per i miei spostamenti. Spesso mi si dice: ma se devi uscire la sera / essere in un posto la mattina presto, come fai?
Tanto per cominciare non è un diritto umano universale e imprescindibile uscire la sera a decine di chilometri da casa propria o prendere la macchina per godersi l’alba in montagna su strade costruite distruggendo quella stessa montagna, per cui se non c’è un modo sostenibile di fare queste cose si può tranquillamente rinunciarvi e nessuno dovrebbe pretendere altrimenti.
E comunque una volta, quando l’auto non c’era, come facevano le persone che volevano andare a teatro o trovarsi in un posto a ore strane?
Leggete Madame Bovary: andavano in albergo. Farlo ogni volta diventa costoso, ma se si ricorre a questa possibilità circa una volta al mese o meno continua a costare meno che possedere un’automobile. Inoltre permette di conoscere i posti più profondamente senza infastidirli, diversamente dal traffico veicolare. Se il parametro è creare posti di lavoro (e sapete come la penso), restare a dormire in un posto lascia i soldi dentro la comunità; inoltre può essere bello svegliarsi fuori da casa, fare colazione con il cornetto e approfittarne per fare un giro nel paese. Non è turismo, perché non è turismo essere in un posto per necessità; è una di quelle cose che sono necessarie nella vita e possono essere anche belle, spontaneamente.