Restare senza corrente

Creato il 03 agosto 2011 da Greenkika

13 luglio 1977New York e la contea di Westchester rimangono senza corrente e imperversano vandalismi e saccheggi. È curioso notare che 9 mesi dopo quel black-out ci fu un significativo aumento delle nascite.
Fonte: Wikipedia

Immaginate di restare senza corrente, ma non per pochi minuti. Per giorni e giorni.
Poco a poco i cellulari si spegnerebbero, e così i computer. Niente televisione, niente musica e niente lavatrice.
Niente radio o luce, a meno che non si possieda un alimentatore a energia solare, niente tram, treno, metropolitana. Niente internet, niente citofoni e cordless, niente rasoi elettrici o asciugacapelli.

Ma non voglio dilungarmi su quante cose facciamo grazie alla corrente, bensì voglio chiedermi: sarei in grado di sopravvivere senza la corrente? Affrontare il freddo d’inverno e il caldo in estate, stare senza connessione né cellulare, rinunciare ai miei cd e mp3, al minimiper e all’aspirapolvere, alle fotografie digitali, al frigorifero, al ferro da stiro, al ghiaccio, al forno a microonde.

Certo, recupererei il mio ciclo circadiano per dormire quando fa buio e svegliarmi all’alba, secondo le stagioni, come le galline.
Potrei suonare io la mia musica e leggere a lume di candela. Abituare i miei occhi al buio e smettere di averne paura. Scattare foto su pellicola o ritrarre a matita le cose che vedo. Riprendere in mano la scrittura e i mezzi di comunicazione analogici, i verba che volant o manent, e dite che sarebbe un passo indietro?

Sarebbe forse un regresso rispolverare i sensi e regalare loro cibi e bevande a temperatura ambiente e non freddi di frigo, il profumo della polvere che si accumula, il freddo dei capelli bagnati sul coppino?
E poi riabituare il corpo alle stagioni, a sentire il freddo quando fa freddo e viceversa, farsi crescere peli, capelli e barba (oppure usare un pericolosissimo rasoio monolama d’acciaio del nonno) per adattarsi alle temperature.
Si vestirebbe con pochi, curatissimi abiti, lavati sempre a mano e perciò sporcati il meno possibile, con gli strappi rammendati, le toppe, le cuciture per stringerli o allargarli.

E chissà quante altre cose cambierebbero nella nostra vita, anche se per poche ore. Per non parlare di come sarebbe restare senz’acqua.

Così stasera giro per casa con una candela, anche se sto scrivendo questo post al computer. Sto così, a lume di candela, per pensarci su.


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