Sono stati completati i restauri della fontana e dell'esedra all'interno chiostro di San Gregorio Armeno a Napoli che è stato inaugurato sabato 11 aprile alla presenza del Presidente della Repubblica d'Armenia Serzh Sargsyan, del sindaco di Napoli Luigi de Magistris e del Cardinale Sepe.
Nel chiostro, vero capolavoro architettonico cittadino, sono state restaurate tornando così agli antichi splendori, la fontana in marmo del XVIII secolo, l'esedra e le statue di " Cristo e della Samaritana" di Matteo Bottiglieri. Inoltre nell'atrio della chiesa di San Gregorio conosciuta a Napoli anche come chiesa di Santa Patrizia, nella popolare via San Gregorio Armeno, è stata anche sistemata una stele in marmo rosa alta oltre due metri e pesante 1500 chili circa, un khachkar, che è una copia fedele di una identica, custodita in Armenia e risalente al lontano 1564.
La repubblica di Armenia ha fatto dono del pregiato oggetto alla città di Napoli e ai napoletani, in quanto in città, nella chiesa di San Gregorio Armeno, sono custodite le reliquie di San Gregorio, patriarca in Armenia dal 257 al 331: il dono è stato consegnato in occasione dei lavori di restauro finanziati dalla Repubblica d'Armenia, e realizzati dal Ministero dell'Interno, in occasione del centenario del genocidio di circa un milione e mezzo di armeni da parte della Turchia Ottomana. Oltre al restauro la Repubblica d'Armena, tramite la sua Ambasciata in Italia sponsorizzerà annualmente, un concorso per premiare attraverso la valutazione di una giuria di esperti, il migliore presepe di Napoli, da esporre poi all'interno del monumentale complesso.
La chiesa di San Gregorio Armeno sorge nella omonima e conosciutissima strada dei presepi napoletana e fu costruita, secondo la leggenda, nel posto dove sorgeva una chiesa fatta edificare da Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino dove si trovavano le rovine del tempio pagano dedicato a Cerere. In questo luogo le suore Basiliane, scappate nell'VIII secolo da Costantinopoli con le reliquie di San Gregorio, fondarono, il Fondaco di San Gregorio che, nel 1225, fu unito ai monasteri di San Sebastiano e San Pantaleone con un ponte che taglia via San Gregorio Armeno e che collegava le due strutture e che negli anni è poi diventato un campanile.
Foto: Armando Mancini