I resti ossei delle vittime della "peste di Cipriano"
(Foto: N. Cijan, Associazione Culturale per lo
Studio dell'Egitto e del Sudan Onlus)
Sono emersi, dal terreno resti di corpi coperti da uno spesso strato di calce, tradizionalmente utilizzata come disinfettante. Sono tornati alla luce anche tre forni dove la calce veniva prodotta ed i resti di un antico rogo dove furono bruciati i corpi degli appestati.
La ceramica ritrovata nelle fornaci ha permesso di datare i reperti al III secolo d.C., un periodo in cui imperversò l'epidemia chiamata "peste di Cirpiano", che devastò molte zone dell'Impero Romano, tra cui l'Egitto. Cipriano era vescovo di Cartagine e fu lui a descrivere la terribile epidemia di cui fu testimone e che definì "la fine del mondo".