l'ultimo mese è la vera attesa.
non se ne esce.
sono giorni infiniti passati a fare lo slalom tra consigli non richiesti e apprensioni non gradite.
perché l'ultimo mese non puoi essere tollerante anche con il mondo, devi già esserlo con te stessa e le infinite esigenze di una stazza fuori misura e le curiose "patenze" che si insinuano tra il tuo riposo e l'idea che da un momento all'altro potresti entrare in travaglio.
perchè ti dicono che devi riposare, l'ultimo mese. ma chi te lo dice immancabilmente non è all'ultimo mese di gravidanza, quindi nella tua mente non ha alcun diritto di parola.
ed invece parlano.
il mondo parla tanto e troppo durante questi giorni da count down che tu vorresti passare come un eremita lontano dalle intollerabili ansie altrui. quelle che in una mente normale sarebbero apprezzabili dimostrazioni di attenzione e affetto - ne sono consapevole - si trasformano nella mente della gravida a termine in intollerabili generatori di ansie.
il mondo attorno passa le giornate a chiederti se ci siamo e quanto manca, come se lo potessi sapere, e a raccomandarsi con una imprevedibile apprensione di essere "avvisato in tempo".
io ora voglio dire: ma perchè, dovrebbe interessarmi anche lontanamente passare il mio travaglio a pensare di avvisare tutti quelli che vogliono essere avvisati "in tempo"?
ma in tempo per cosa? perchè dovrebbe essere così vitale la presenza in tempo reale di estranei che non possono essere di supporto nè a me nè alla creaturella, nè agli intimi dei quali, al limite, posso in qualche angolo razionale della mia mente, tollerare la preoccupazione?
io me la chiedo questa cosa con sincera curiosità.
io vorrei esserci se potessi essere utile, ma diversamente l'ansia estranea di esserci "in tempo" a quale perversa forma di solidarietà sociale va associata?
se lo sai il giorno dopo è ormai tardi? non vale più?
tu che mi vedi, forse una volta all'anno o pure meno, perchè dovresti essere nel carnet delle persone che devo avvisare "subito"?
il gusto di vedermi stravolta da ottomila ore di travaglio o vedere la bimba al nido che poverella sarà più stravolta di me?
mi avvince questa rivendicazione di vicinanza di persone scomparse per tutta la gestazione che improvvisamente si sentono in diritto di reclamare una pole position nelle ore più intime che esistano.
c'è il sapore di presenzialismo a stonare.
e per me chi c'è solo nei momenti topici per dire io c'ero, ma non c'è in tutti gli altri, quelli quotidiani delle cavolate, delle risate, dei malumori e dei dettagli, non ha assolutamente alcuna priorità.
e lo so che sono posseduta dall'ormone mannaro e anche questi latitanti affettivi che maldestramente cercano di farsi spazio verranno graziati dalla mia mente quando il picco umorale si rovescerà.
e domani riderò anche di questa partecipazione collettiva, perché d'altronde la vicina acciaccata, la fioraia sottocasa o il musicista che chiede elemosina all'angolo che ogni sacrosanto giorno mi chiedono quanto manca, alla fine sono una cosa molto tenera di questo infinito ultimo mese e se partecipano loro posso trovare un perché anche agli impediti emotivi che ho tra i conoscenti.
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