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Alla conferenza stampa della Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp) si lancia l’allarme sul dilagare in rete di siti anti-vaccini. “Cliccando su internet alla voce vaccinazione, su 100 siti trovati 95 sono “anti-vaccinazioni”, spiega Giampietro Chiamenti, referente rete vaccini della Fimp, questo probabilmente perché chi propugna queste tesi, sempre più diffuse, tende a fare proseliti, mentre tutti quelli che considerano le vaccinazioni per quelle che sono, ovvero la più potente arma di prevenzione contro le infezioni, non usa la rete per informare”. L’allarme viene lanciato in un periodo in cui, tra i navigatori della rete, è più percepita una certa radicalità di posizione nei confronti dei vaccini e della medicina in generale. Oltre alle proteste contro la vivisezione e la questione di Green Hill, il dibattito si è allargato e, sempre prendendo una piega piuttosto netta in senso negazionistico, è arrivato a colpire anche altre “branche” della medicina, riportando in auge un dibattito, quello sui vaccini, mai completamente sopito in Italia, complici anche i fatti relativi a vaccinazioni sui militari e casi di malattie ritenute da alcuni riconducibili a prassi di prevenzione. Ma la polemica sui vaccini si estende oltre i confini dell’Italia e può anche essere ritenuta come una sorta di “malattia” dei paesi avanzati. Stefania Iannazzo, del Ministero della Salute, ricorda come il calo di fiducia nelle vaccinazioni sia un dato condiviso dall’Italia con altri Paesi avanzati e legato a un percorso naturale nella storia delle vaccinazioni. “Le malattie infettive, prima dell’introduzione delle vaccinazioni, sono per i cittadini frequenti, tangibili, quindi fanno paura. La diffusione dei vaccini fa diminuire i casi e anche i timori. In questa fase si registra una sempre maggiore sfiducia nello strumento e nelle istituzioni che lo propongono”.
La richiesta dei pediatri è quindi perentoria: offrire politiche di sostegno alla prassi dei vaccini, per evitare che una disinformazione o o una sottovalutazione del problema sulla rete e sui siti internet possa portare a pericolosi episodi di mancata profilassi, con il conseguente rischio di ritorno di malattie virtualmente scomparse da tempo.