Avete presente le manovre per uscire da un parcheggio a spina di pesce? In teoria niente di più facile: si indietreggia un po’ e quando si è sicuri di non toccare le macchine di destra o di sinistra si sterza ed eccovi in linea con la strada. Nella pratica però le cose non si svolgono mai così. Siete entrati in macchina, avete acceso il motore, messo la retromarcia e non appena accennate a indietreggiare ecco che proprio dietro di voi si apposta una signora col pancione. La stessa donna col pancione che vi ha bloccato per un’ora il mese scorso. Aspettate che la signora si decida ad andarsene e, miracolo, lo fa. Pia illusione: le dà il cambio una mamma col passeggino. Seguono un tipo con la gamba ingessata, altre donne incinte, un’altra col passeggino, un bimbo in bici, delle famiglie intere in uscita domenicale anche se siamo di martedì, delle scolaresche, dei nonni, delle suore, dei frati, una processione, un funerale, dei girotondini, dei manifestanti che stanno decidendo se fare o no un sit-in proprio lì, intere comitive di turisti della terza età. Voi non vi siete ancora mossi di un millimetro e la folla continua ad affluire. Esasperati spegnete il motore e scendete di macchina. Più in là c’è la fermata del pullman. Lo prendete. Per la decima volta consecutiva, lo prendete. Il giorno dopo comprate il quotidiano locale. Cercate la pagina della vostra città. La trovate. Finalmente le cifre ufficiali. C’è scritto: “Retromarcia di Piazza Mannu: 50.000 secondo i sindacati, 2.000 secondo la questura.”
Avete presente le manovre per uscire da un parcheggio a spina di pesce? In teoria niente di più facile: si indietreggia un po’ e quando si è sicuri di non toccare le macchine di destra o di sinistra si sterza ed eccovi in linea con la strada. Nella pratica però le cose non si svolgono mai così. Siete entrati in macchina, avete acceso il motore, messo la retromarcia e non appena accennate a indietreggiare ecco che proprio dietro di voi si apposta una signora col pancione. La stessa donna col pancione che vi ha bloccato per un’ora il mese scorso. Aspettate che la signora si decida ad andarsene e, miracolo, lo fa. Pia illusione: le dà il cambio una mamma col passeggino. Seguono un tipo con la gamba ingessata, altre donne incinte, un’altra col passeggino, un bimbo in bici, delle famiglie intere in uscita domenicale anche se siamo di martedì, delle scolaresche, dei nonni, delle suore, dei frati, una processione, un funerale, dei girotondini, dei manifestanti che stanno decidendo se fare o no un sit-in proprio lì, intere comitive di turisti della terza età. Voi non vi siete ancora mossi di un millimetro e la folla continua ad affluire. Esasperati spegnete il motore e scendete di macchina. Più in là c’è la fermata del pullman. Lo prendete. Per la decima volta consecutiva, lo prendete. Il giorno dopo comprate il quotidiano locale. Cercate la pagina della vostra città. La trovate. Finalmente le cifre ufficiali. C’è scritto: “Retromarcia di Piazza Mannu: 50.000 secondo i sindacati, 2.000 secondo la questura.”