6,5 su 10
Non sarà certo un film importante per la cinematografia, nè è un prodotto perfetto. Di innovazione manco a parlarne. E' soltanto un film garbato, non appariscente, molto semplice e dalla costruzione elementare.Vince la "carineria" e il biopic (si riferisce precisamente alla vita dell'attore George Hamilton), oltre all'eleganza, formale, quella anestetica degli anni '50, magari rifatta con un'attenzione esclusivamente femminile, color pastello ed esternamente bella da osservare. La sceneggiatura, vista nell'ottica madre-figlio, con caratteri di modernità inclusi, unisce l'on-the-road alle trasformazioni sociali del tempo e cita protagonisti simboli di quel glorioso passato, includendo anche una sorta di James Dean vecchia maniera, fascinoso e drammatico. E' anche un'opera in cui si sdogana la femminilità, ancora limitata da un "buon costume" disdicevole (con le donne, che seconda la legge, "adescano" gli uomini), ma non per questo priva di fierezza e forza nel proteggere quello che si considera più caro. La scelta della Zellwegger per il ruolo della madre "itinerante" è perfetta, giacchè le due componenti, quella da commedia con tocchi di screwball, e quella drammatica, sono le due facce che le sono, contemporaneamente, più congeniali. Accanto a lei, un giovane e intenso Logan Lerman, che è un pò la perla del film (e la voce fuori campo di narratore), oltre ad un ambiguo e androgino Mark Rendall. Nel cast anche Kevin Bacon. La pellicola, diretta dal tradizionalista Loncraine, è equilibrata e piuttosto incolore, non troppo originale, ma ben realizzata e recitata, oltre ad avere una dose di generi resi omogenei da non tenere sotto gamba, per ciò che riguarda la facile fruibilità. Niente di nuovo, anzi d'antico, ma non vale la pena lamentarsi.