Review: Il giuramento

Creato il 26 settembre 2014 da Saiph


Il giuramento by Jean-Christophe Grangé
My rating: 3 of 5 stars

Se devo essere sincero, mi aspettavo di più. Un pò per le recensioni lette, un pò per i grandi proclami da "n°1 bestseller in Francia" riportati in copertina ma soprattutto perchè si tratta dell'autore de "I fiumi di porpora" la cui traduzione cinematografica ho amato molto.
La trama è presto detta:
Trovato quasi assiderato in un fiume con dei pesi intorno alla vita, Luc Soubeyras evidentemente ha cercato di uccidersi: è un miracolo se adesso giace in coma in ospedale. Solo il collega della squadra Criminale di Parigi Mathieu Duray, miglior amico di Luc dai tempi del seminario, non crede all'ipotesi del suicidio.
Non gli resta che indagare sul passato dell'amico: c'è infatti un'inchiesta segreta condotta da Luc all'insaputa di tutti, l'indagine sulla morte di una donna uccisa secondo un rituale particolarmente efferato. Un rituale presente anche in altri delitti compiuti in varie località d'Europa.
Ciò porterà Mathieu sulle tracce di un inquietante setta (quella degli Asserviti e dei Senza Luce). I suoi membri sono accomunati da un terribile trauma: tutti si sono svegliati dal coma ed hanno vissuto un'esperienza di "pre-morte" che li ha cambiati per sempre perché per tornare tra i vivi hanno stretto un patto... [fonte wikipedia]
Ora farcite il tutto con una serie di elementi tra i quali demoni, sette sataniche, omicidi rituali, esperienze di premorte accessoriate di tunnel con "luce" alla fine. Distribuire il tutto su 700 pagine circa e voilà!
A onor del vero, ammetto che il primo impatto (diciamo le prime 200 pagine) è stato molto coinvolgente e credibile; Grangè ci sa fare con la penna e non lascia mai andare alla deriva il lettore tenedolo al guinzaglio con continue rivelazioni, supposizioni disattese e cambi di scenari. Sono forse questi troppi cambi di scenario e una ricerca troppo "libera" tra Svizzera, Francia, Italia, Polonia etc che mi hanno allontanato dalla trama e incrinato quell'equilibrio tra onirico-diabolico e reale che era stato così ben congegnato nella prima parte della narrazione.
Personalmente non sono riuscito a calarmi nell'atmosfera noir: restando strettamente sul piano poliziesco-investigativo con un protagonista che, per radicata convinzione teologica, non può accettare l'esistenza reale del diavolo, non sono mai andato sulla lama del rasoio tra reale e immaginario che tanto avrebbe favorito la suspence.
Ammetto poi che il mio sesto senso mi aveva fatto intuire da subito il colpevole e lo svolgimento della trama non mi ha mai posto sufficienti elementi per sviarmi ad alternative plausibili... in pratica la grande cortina di fumo non mi ha mai convinto del tutto. Nonostante questo, gli ingredienti non mancano di certo; il nostro Mathieu Duray ne dovrà passare di tutti i colori per arrivare finalmente ad una verità che dovrebbe lasciare degli interrogativi ma che, a mio modesto parere, chiude chiaramente un romanzo fin troppo lungo.

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