Finalmente in uscita in italia (la pellicola è del 1986) tramite la distribuzione di "Officine UBU", con relativa presentazione alle Giornate Professionali di Sorrento, "This is England" è un acclamato film che unisce ricostruzione storica a denuncia sociale, senza perdere mai di vista la sua componente umana e narrativa nell'identificazione dei singoli personaggi. La carta vincente del film è l'interpretazione di un piccolo ragazzino, Thomas Turgoose, che, nei panni di Shaun, riesce a ispirare un forte sentimento di protezione e viene inquadrato nell'ottica del buono costretto, suo malgrado, a diventare parte del gruppo dei cattivi, per situazioni di emarginazione e sopruso non in grado di affrontare da solo. Va detto che la cultura del buono e del cattivo non è banalizzata e gli stessi skinhead, tacciati di violenza, sono demarcabili in più gruppi di riferimento, con, a volte, alle spalle, un comportamento etico di profonda umanità (è proprio l'incontro con Woody, un ragazzo pacifico e divertente, che salva Shaun dal bullismo). Ma piuttosto che soffermarsi sull'appartenenza ad un gruppo, che porterebbe il regista, Shane Meadows, a sposare un'ideologia, la grande importanza del film sta nel tentativo riuscito di analisi le motivazioni-causa della ribellione giovanile, nella prospettiva skinhead. E così la componente storica, il richiamo alla battaglia delle Falkland, il Thatcherismo, la multietnicità di una società povera nelle sue classi più basse, non è un semplice corollario, ma un elemento portante che si unisce alle caratteristiche ambientali, di mutamento identitario collettivo e di situazioni personali, dei singoli caratteri. E' proprio l'abilità ad affrescare il "coming-of-Age" nelle piccole città costiere ad essere genuino e, nella sua semplicità, piuttosto fresco. Domina il multicolore, lo sballo, ma si fa presto evidente l'arma della violenza, diretta o indiretta, che diventa disumana. Il tutto in un mondo visivo rurale ed evocativo, con un ottimo investimento sui costumi d'epoca, e soprattutto con una colonna sonora cult. Ma ciò che rimane è soprattutto la malinconia dello sguardo del piccolo Shaun.
Finalmente in uscita in italia (la pellicola è del 1986) tramite la distribuzione di "Officine UBU", con relativa presentazione alle Giornate Professionali di Sorrento, "This is England" è un acclamato film che unisce ricostruzione storica a denuncia sociale, senza perdere mai di vista la sua componente umana e narrativa nell'identificazione dei singoli personaggi. La carta vincente del film è l'interpretazione di un piccolo ragazzino, Thomas Turgoose, che, nei panni di Shaun, riesce a ispirare un forte sentimento di protezione e viene inquadrato nell'ottica del buono costretto, suo malgrado, a diventare parte del gruppo dei cattivi, per situazioni di emarginazione e sopruso non in grado di affrontare da solo. Va detto che la cultura del buono e del cattivo non è banalizzata e gli stessi skinhead, tacciati di violenza, sono demarcabili in più gruppi di riferimento, con, a volte, alle spalle, un comportamento etico di profonda umanità (è proprio l'incontro con Woody, un ragazzo pacifico e divertente, che salva Shaun dal bullismo). Ma piuttosto che soffermarsi sull'appartenenza ad un gruppo, che porterebbe il regista, Shane Meadows, a sposare un'ideologia, la grande importanza del film sta nel tentativo riuscito di analisi le motivazioni-causa della ribellione giovanile, nella prospettiva skinhead. E così la componente storica, il richiamo alla battaglia delle Falkland, il Thatcherismo, la multietnicità di una società povera nelle sue classi più basse, non è un semplice corollario, ma un elemento portante che si unisce alle caratteristiche ambientali, di mutamento identitario collettivo e di situazioni personali, dei singoli caratteri. E' proprio l'abilità ad affrescare il "coming-of-Age" nelle piccole città costiere ad essere genuino e, nella sua semplicità, piuttosto fresco. Domina il multicolore, lo sballo, ma si fa presto evidente l'arma della violenza, diretta o indiretta, che diventa disumana. Il tutto in un mondo visivo rurale ed evocativo, con un ottimo investimento sui costumi d'epoca, e soprattutto con una colonna sonora cult. Ma ciò che rimane è soprattutto la malinconia dello sguardo del piccolo Shaun.
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