Rhapsody in August

Creato il 09 luglio 2012 da Automaticjoy
Hachigatsu no rapusodī 八月の狂詩曲
(aka Hachigatsu no kyōshikyoku)
Akira Kurosawa
Giappone, 1991
Quattro ragazzi trascorrono le vacanze estive a casa della nonna, vicino a Nagasaki. Il padre di due dei giovani invia loro una lettera dalle Hawaii, informando la nonna che suo fratello Suzujiro, da tempo in America, desidera incontrarla prima di morire. La corrispondenza con Suzujiro ricorda all'anziana donna la guerra, la perdita del marito a causa della bomba atomica, i segni che quell'attacco dal cielo lasciò sulle persone e sulle cose.
A un primo sguardo distratto, Rhapsody in August appare come una storia di formazione, il racconto di un'estate durante la quale quattro cugini passano il tempo tra scherzi, piccoli problemi quotidiani, faccende di poco conto. Man mano che i ricordi della nonna sono stimolati dalle lettere del fratello, però, l'attenzione si sposta sul vero soggetto del film: la bomba, il dramma che colpì il Giappone - e solo il Giappone - nel 1945, a guerra ormai finita.
In bilico tra leggerezza e dramma, momenti onirici e immagini memorabili, il penultimo film da regista di Akira Kurosawa è il frutto delle sue riflessioni sulla guerra, sul potere che l'uomo ha di sconvolgere l'ambiente in cui vive e le vite di altri uomini.

Rimangono sullo sfondo i ritratti della vecchiaia e della giovinezza, accomunate da una sensibilità che sembra scomparire nell'età adulta, quando le uniche considerazioni degne di attenzione sono quelle pratiche. La nonna e i nipoti, a differenza dei genitori, vivono il rapporto con la natura e con la storia della famiglia come qualcosa di fondamentale, da scoprire (o riscoprire) per aggiungere tasselli importanti alla propria esperienza personale.
Il fulcro della pellicola rimane comunque la guerra, che assume qui i tratti dell'attacco americano al suolo giapponese, ma soltanto perché quello è il territorio privilegiato per gli artisti nipponici: non c'è, negli intenti di Kurosawa, il biasimo unilaterale verso l'operato degli Stati Uniti, bensì una critica a tutto campo alla belligeranza, allo sterminio di vite innocenti per mano dell'uomo.
Il regista colpisce nel segno mostrando uno scorcio di quotidianità che ha del poetico, nel quale le celebrazioni per i defunti e i monumenti alla memoria diventano testimonianze eterne del potere distruttivo che l'umanità ha conquistato e al quale dovrebbe rinunciare per il bene di tutti.
Voto: 7/8