Il 50% dell’energia richiesta riguarda le abitazioni. Solar Decathlon è il concorso dove le migliori università del mondo si confrontano sulle case ecologiche, già pronte per l’uso.
Gli Stati Uniti possono avere un sacco di problemi di ordine politico ed economico; tuttavia, per quanto riguarda la promozione e la ricerca tecnologica, noi europei (italiani in particolare) non possiamo che imparare da loro.
Durante lo scorso TedXMilano, l’architetto Chiara Tonelli ha evidenziato come ben il 50% del fabbisogno energetico europeo riguardi proprio le abitazioni, scalzando di gran lunga industria e mobilità! Uno dei problemi maggiori è la termoautonomia e, problema fra i problemi, il raffreddamento della casa: la quantità di energia necessaria per raffreddare di 1 grado l’aria circostante corrisponde a 3 volte la quantità richiesta per riscaldare la stessa aria di 1 grado.
Così, l’innovazione e la ricerca sulle case funzionanti ad energia solare è diventato un tema di primaria importanza, tanto che sia in Europa che in Cina si è deciso di organizzare la stessa competizione contestualizzando i progetti alle diverse necessità che i diversi continenti richiedono rispetto all’America, si pensi ad esempio che negli States sono ancora largamente diffuse le villette a schiera mentre qui da noi ci sono perlopiù condomini.
Per risolvere in modo semplice l’escursione termica giorno/notte, la squadra si è ispirata al principio sfruttato anche dai trulli pugliesi, dove la pietra di cui sono fatte le mura assorbe il calore in eccesso e lo restituisce la sera per differenza di temperatura. Fra le pareti di RHome, uno strato di sabbia svolge la funzione di contenitore di calore il quale è rilasciato durante la sera attraverso sistemi di ventilazione in modo tale da garantire sempre una temperatura di 24°C. Che magnifico risultato è quello raggiunto da questi ragazzi italiani!
Le mie quanto più attuali velleità politiche propongono una piccola osservazione in calce che meriterebbe un approfondimento. Il futuro non si inventa, è passato il tempo in cui stravaganti personaggi si svegliavano al mattino con l’idea che avrebbe sconvolto le abitudini di tutti. Il futuro si costruisce e per costruirlo è necessario finanziare la ricerca, quella tecnologica in primis. Come scriveva qualche giorno fa Alberto Curzio, il rapporto fra deficit e Pil non può essere bloccato in maniera così assoluta al 3% senza tener conto di dove vanno i soldi spesi (ovvero senza agevolare gli investimenti nella ricerca). Tuttavia c’è da dire che, nonostante le austere condizioni imposte dall’Unione Europea, sono anche le scelte del governo italiano (con i tagli all’istruzione dove vorremmo arrivare?) ad incidere pesantemente sul futuro di noi giovani.