Rialzo dell’oro e crisi della Grecia, quali correlazioni?

Da Mrinvest

Rialzo dell’oro e crisi della Grecia, quali correlazioni?
INVESTIRE IN ORO

Nel corso degli ultimi mesi abbiamo avuto modo di approfondire in maniera piuttosto dettagliata quali potessero essere le ragioni che hanno indotto il metallo prezioso a perdere una buona parte della propria forza, fino a sprofondare su livelli minimi storici (non troppo) recenti. Eppure, anche nei momenti che apparivano più bui, stimavamo una ripresa del lingotto nel medio termine considerato che – ad esempio – il punto di convenienza estrattiva è stato quasi raggiunto, e che il comportamento di alcune istituzioni centrali potrebbe incidere in modo più o meno prevedibile sul corso dell’oro.

Ebbene, negli ultimi giorni l’oro ha subito un rialzo modesto, ma abbastanza significativo. Significativo non tanto della comparsa delle determinanti che auspicavamo negli ultimi tempi (e che si mostreranno solamente nel medio termine) quanto di una nuova fase di risk-off che è stata avviata dalle incertezze in atto nel vecchio Continente. Come a dire, ancora una volta, che quando i giochi si fanno veramente duri, gli investitori corrono con tempestività a cercare dei beni rifugio tradizionali. Come, appunto, l’oro.

Domandiamoci pertanto cosa potrebbe accadere in caso di peggioramento della crisi della Grecia, anche in virtù di quello che potrebbe accadere con le elezioni del 25 gennaio: una tornata elettorale che vede favorito il movimento di Tsipras, e che nella migliore delle ipotesi porterà a una rinegoziazione del debito contratto da Atene nei confronti della Troika, e che nella peggiore delle ipotesi porterà all’uscita dalla Grecia dalla zona euro e, forse, dall’Unione Europea.

Il 25 gennaio i greci sono infatti chiamati a un voto particolarmente “pesante” per gli stessi destini dell’Europa, e mai come in questa occasione gli occhi di tutti i cittadini del vecchio Continente saranno concentrati su ciò che accadrà ad Atene. Il voto del 25 gennaio è infatti l’occasione per manifestare la necessità di rinnovamento, condannando le politiche di austerità e dimostrando che il cambiamento è già in atto. Valutazioni delle quali Syriza, il partito cui fa capo Alexis Tsipras, fa proprie, e che oggi appaiono smussate in maniera elettoralmente più affabile: in altre parole, Syriza non è più vista come un’area estrema e super-radicale, come appena tre anni fa, ma come un potenziale senso di sostenibile rinnovamento, che possa offrire qualcosa che tutti gli altri non hanno dimostrato di poter offrire.

Al di là delle valutazioni politiche, è possibile che l’incertezza in atto possa condizionare ulteriormente le quotazioni dell’oro nel corso delle prossime settimane, e presumibilmente anche oltre il risultato elettorale greco, con lo schieramento di Tsipras che viene dato come vincente da una buona quota dei sondaggisti locali ed esteri. Al termine della tornata elettorale rimarranno infatti aperti e aleatori i margini di comportamento del governo di Atene nei confronti della Troika, e non è affatto escluso che le posizioni non possano rapidamente deteriorarsi.

In tal senso è leggibile il comportamento della Germania, mai troppo morbida nei confronti della Grecia, e probabilmente prossima a considerare come “non drammatica” l’ipotesi di una uscita di Atene dall’euro. In realtà, però, l’ipotesi di uscita dall’eurozona di Atene non sarebbe affatto priva di conseguenze piuttosto radicali nei confronti dei Paesi membri e della stessa penisola ellenica, e anche se Portogallo e Irlanda (gli altri due Stati che hanno ricevuto aiuti) sembrano ora potersi reggere con le proprie gambe con maggiore forza, verrebbero inaugurati scenari nuovi e non facilmente comprensibili.