Quando nel 1990 ci fu il ribaltone, colse un po’ tutti di sorpresa. Oggi se ne parla con anticipo. Si prepara il terreno per un’alternativa che non so ancora se sarà proficua o meno. Certo mettere all’opposizione questa maggioranza darebbe alla Valle d’Aosta un po’ di ossigeno, renderebbe più viva la politica, creerebbe le basi sulle quali sperare in un cambiamento di rotta: gli scogli sono vicissimi. Ma con quanti numeri? E con quali transfughi? E con quale motivazione politica? Partiamo da quest’ultima: abbiamo un Presidente di giunta che ha ricevuto un rinvio a giudizio per un reato a causa del quale ha già scontato una condanna in passato. Rollandin è dunque un presunto recidivo. La sua è una posizione più che scomoda, direi grave. In un Paese normale sarebbe stato costretto alle dimissioni. E’ legittimo, quindi, che la minoranza non accetti il suo ruolo istituzionale e prepari una mozione di sfiducia, indicando al tempo stesso una nuova Giunta. Ma chi voterà la proposta di un nuovo esecutivo? E quanti lo faranno? Di consiglieri coraggiosi in maggioranza ne vedo pochi, anzi non li vedo affatto. Se lo fossero non starebbero occupando le poltrone che occupano. Più probabile che siano insoddisfatti e l’esperienza mi fa credere che non si tratti di un’insoddisfazione ideale, di una insofferenza morale, di una frustrazione per gli scarsi risultati ottenuti per il bene della collettività, piuttosto di una scontentezza che riguarda il proprio personalissimo ruolo. Se così non fosse le sensibilità comuni a quelle della minoranza avrebbero fatto la loro scelta politica ancor prima delle elezioni. Oggi la Stella alpina tiene in pugno l’Union, è probabile che domani, a ribaltone fatto, i transfughi SA e/o UV terranno in pugno la futura maggioranza. Sarà facile e fruttuoso governare così? E’ bene ricordare che il primo ribaltone fu una risposta contro il sistema di potere di Rollandin, gli stessi motivi di oggi, e durò due anni scarsi. Dopo una breve parentesi che vide al Governo della Regione Ilario Lanivi, ecco che con le nuove elezioni del 1993 l’Union aumentò il suo consenso e la fiducia venne data al professore Dino Viérin. Messo all’angolo Rollandin la possibilità di un suo ritorno tramite il figlio (il secondo più votato nelle ultime regionali) diventa una concreta possibilità. E’ quello che si vuole?