Il trionfo nella corsa austriaca è maturato in salita, sulle quali il modenese ha dimostrato di essere più forte degli avversari, visto i successi per distacco nei due principali arrivi in quota: Khizbuel e Grossglockner. A complicare tutto però ci si è messa una violenta caduta nella crono individuale prevista nel penultimo giorno di corsa; Riccò ha sbattutto violentemente ai 50 km/h contro una moto della TV austriaca riportando la rottura del setto nasale. Come a dire: il purgatorio per il ritorno non è ancora finito. Con caparbietà e sacrificio il leader della generale ha comunque terminato la prova mantenendo un vantaggio di 37" da amministrare sul secondo in classifica: lo spagnolo Pardilla.
Nell'ultima tappa scortato dalla propria squadra, e con una vistosa medicazione al naso, ha stretto i denti portando all'arrivo la maglia di leader e vincendo così la corsa che nel 2001 e 2004 vide il successo di Cadel Evans.
Riccò a 26 anni è tornato alle corse ricominciando a vincere e dare battaglia con i migliori, fin dalle sue prime ri-apparizioni in gruppo. Certo il talento e le potenzialità non mancano, la stessa cosa non si può dire però della testa. Ancora fresche infatti le cronache delle sue vicende di pratiche antispotive e le sue dichiarazioni di innocenza per non aver mai fatto uso di sostanze vietate, salvo poi ritrattare tutto. Tornare dall'inferno del doping, guardarsi dentro e dover fare i conti con i propri fantasmi e fallimenti del passato e doversi riconquistare la fiducia e il rispetto della gente è molto più difficile che scalare le montagne austriache, ma tutti meritano una seconda possibilità: anche Riccardo Riccò. Per ora il suo rivale più grande non ha una squadra, ne un numero sulla maglia, ne monta in bicicletta, ma ha un nome: scetticismo.
Complimenti Riccardo, ma la salita è ancora lunga e ci sarà da sudare, come sempre.