Elard Koch (Santiago del Cile), Monique Chireau (North Carolina, USA), Donna Harrison (Illinois, USA) e Eoghan Faoite (Dublino, Irlanda) hanno spiegato che in Irlanda, dove l’aborto è giustamente illegale, il tasso di mortalità materna è vicino allo zero, decisamente inferiore ai tassi di mortalità di Paesi a loro volta sviluppati in cui l’aborto è legalizzato. Anzi, è dimostrato direttamente che l’aborto aumenta la mortalità materna e danneggia la salute delle donne.
Il dr. Eoghan di Faoite, membro del Committee on Excellence in Maternal Healthcare, ha in particolare affermato che l’Irlanda è sempre stata considerata dalle Nazioni Unite (ONU) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come uno dei luoghi più sicuri al mondo per le donne in stato di gravidanza, senza la necessità dell’aborto.
Ad esempio, mentre in Irlanda la mortalità materna è di 8 per 100 mila nati vivi, gli Stati Uniti hanno un tasso di tre volte superiore, 24 per 100.000, mentre il Sudan raggiunge il 75 per 100 000 nati vivi. Il ricercatore ha anche spiegato che il governo irlandese sta incoraggiando un pioneristico progetto di aiuto in Sudan dove al posto dell’aborto si fornisce alla popolazione femminile servizi di ambulanza , di professionalizzazione dei neonatologi e la fornitura di apparecchiature mediche alla clinica di maternità.
Se davvero si vogliono innalzare gli standard di salute materna e ridurre i tassi di mortalità materna, hanno concluso i ricercatori sulla base della letteratura scientifica oggi disponibile, l’aborto non dovrebbe essere considerato come una politica sanitaria pubblica, e la sua legalizzazione non dovrebbe essere vista come misura a favore della donna in stato di gravidanza.
Notizia di questi giorni sempre riguardante l’Irlanda: i tre giudici della Corte Suprema hanno confermato anche la criminalità del reato di suicidio assistito.