Richard Dawkins in guerra contro le femministe atee

Creato il 08 dicembre 2011 da Uccronline

Rebecca Watson è una giovane signora statunitense che gestisce un blog al femminile, Skepchick. Il titolo è un neologismo che, tradotto liberamente, in italiano suona più o meno come La Pollastrella Scettica. Skepchick viene descritto dalla Watson come “un’organizzazione dedicata alla diffusione tra le donne di tutto il mondo dello scetticismo e del pensiero critico”.

La blogger, che si autodefinisce atea, fino alla scorsa estate nutriva una sincera stima per l’elegante ultra-darwinista Richard Dawkins. A un certo punto, però, qualcosa si è rotto. Sentite come sono andate le cose. Nella prima settimana del giugno di quest’anno, Rebecca Watson partecipa insieme a Richard Dawkins alla “World Atheist Convention” di Dublino. Nel corso della tavola rotonda intitolata “Comunicare l’ateismo”, tenutasi nel pomeriggio del 4 giugno, Rebecca Watson siede proprio accanto al suo mito, Richard Dawkins (come si può vedere in questo video), e parla della sua contrastata attività a favore di un maggior rilievo delle donne nell’ambito del movimento ateista; in particolare, sottolinea di aver ricevuto per questo, più volte, minacce di violenza sessuale.

La discussione si prolunga fino a ben oltre il dopo cena, al bar dell’albergo. Verso le quattro del mattino la Watson decide che si è fatto veramente tardi e si avvia verso la sua camera. A questo punto succede qualcosa di spiacevole, anche se senza gravi conseguenze. In ascensore, un uomo non specificato (evidentemente uno dei partecipanti alla Conferenza) le fa una proposta: “Non prenderla male, ma ti trovo interessante. Vorrei parlare ancora con te. Che ne diresti di venire a prendere un caffè in camera mia?”. Rebecca declina l’offerta, un chiaro tentativo di seduzione. Commentando l’accaduto nel filmato pubblicato su Skepchick il 20 giugno, la blogger dichiara: “A buon intenditor, poche parole: ragazzi, non fate così”, e conclude osservando di essersi sentita incredibilmente a disagio, essendo “una donna sola in un paese straniero, alle quattro del mattino, chiusa nell’ascensore di un albergo” con un uomo che le fa proposte sessuali. Pensate che la faccenda finisca così, con lo sfogo – comprensibilissimo – di una giovane donna amareggiata per il comportamento poco elegante di un collega ateo?

Ebbene no. Il 2 luglio, in un articolo pubblicato su Pharyngula, il noto ateo-scientista PZ Myers esprime solidarietà alla Watson, mostrandosi inoltre particolarmente infastidito dal fatto che il suo mancato seduttore sia stato un collega di “fede”. Apriti cielo! Immediatamente, Richard Dawkins in persona sente il dovere di manifestare la sua eccelsa opinione sulla faccenda. Lo fa da par suo: minimizzando, in maniera sarcastica, la rimostranza di Rebecca Watson. In pratica, le consiglia di fare la brava bambina e di non lamentarsi istericamente di aver ricevuto attenzioni sessuali, quando nel mondo ci sono donne costrette a subire mutilazioni genitali. Il sarcastico commento di Dawkins lo si può leggere integralmente qui. Questo segna l’atto ufficiale di nascita dello scandalo ormai noto come “Elevatorgate”. All’infelice osservazione dell’ultra-darwinista inglese si susseguono infatti decine di risposte e contro-risposte, tra le quali va notata una dello stesso Dawkins, in cui il disagio provocato da un approccio sessuale in ascensore viene equiparato al fastidio suscitato da “un tizio che mastichi chewing gum” troppo vicino a lui. Come si può vedere qui , i colleghi scettici e atei di Rebecca Watson e Richard Dawkins si dividono immediatamente in due fazioni contrapposte, a sostegno dell’una o dell’altro.  E intanto la notizia fa letteralmente il giro del mondo.

Ora, proviamo a fare il punto della situazione. Prima di tutto, notiamo che la polemica si è svolta interamente all’interno della comunità ateista: il che ci permette di avere uno sguardo abbastanza obiettivo sulla faccenda. Non entrerò però nel merito dell’episodio dell’ascensore (ognuno se ne formi le sue personali opinioni, se vuole), perché credo che esso in realtà racconti qualcosa di molto più interessante del fatto in sé. Secondo me, infatti, dall’infuocato scambio di battute tra i “dawkinsiani” e i “watsoniani” emerge pubblicamente uno dei lati più oscuri del movimento ateista: ed è la scarsissima considerazione – se non il disprezzo – in cui sono tenute le donne. Si ricordi che Rebecca Watson  ha raccontato di aver ricevuto minacce di violenza sessuale solo per aver parlato di una diffusa misoginia nella comunità ateista. C’è da dire che questi atteggiamenti di disprezzo non fanno tanto bene alla causa ateista, visto che – a quanto pare – fanno perdere continuamente consensi dalla parte femminile del movimento, anche a causa della violenza che promuovono (cfr. Ultimissima 2/9/10). In conclusione, perciò, si può dire che le altezzose sparate di Dawkins almeno un effetto positivo ce l’hanno: quello di tenere le donne ben lontane dalle sue perniciose filosofie!

Michele Forastiere
e-mail: michele.forastiere@gmail.com


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