- l’inesistenza dei comportamenti che gli vengono attribuiti;
- la sua estraneità a qualsiasi rapporto associativo, formale o informale, con soggetti interessati a influire sul funzionamento di organi istituzionali, giurisdizionali o amministrativi;
- l’assenza di qualsiasi fatto o circostanza, presente o passata, che lo renda suscettibile di ricatto o pressioni da parte di chicchessia.
Una siffatta presa di posizione chiara, netta e convincente, appare particolarmente necessaria in questo momento, nel quale la Civit è oggetto di attentati ripetuti non solo alla sua indipendenza, ma alla sua stessa esistenza, anche ad opera di esponenti del Governo e componenti della maggioranza. Il grado di autorevolezza di un’istituzione come la Civit dipende, certo, dalla competenza tecnica e professionale dei suoi componenti, ma è anche correlato alla loro riconosciuta e indiscussa integrità morale: qualsiasi ombra che li sfiori finirebbe per riflettersi sull’istituzione e conseguentemente indebolirla, contribuendo al disegno di chi vuole impedirne il funzionamento e ostacolare l’emancipazione delle amministrazioni pubbliche italiane dal circolo vizioso di arretratezza, inefficienza, opacità e malaffare in cui troppo sovente sono imprigionate.Pietro Ichino, Luigi Zanda, Tiziano Treu, Giorgio Roilo, Rita Ghedini, Tamara Blazina, Paolo Nerozzi, Achille Passoni