La questione immigrazione è una di quelle promesse irrisolte dell'Amministrazione Obama, e proprio su questo Perry, uscito perdente dalla candidatura del 2012, prova a calcare la sua politica in vista del 2016. Difficile, va detto, risolvere un problema enorme come quello dei traffici dal sud; traffici di persone (57mila bambini arrivati già negli Usa da inizio anno), di droga e criminali (203mila i detenuti nelle carceri texane dal 2008). Una di quelle faccende, che rendono quasi «impossibile avere successo come presidente degli Stati Uniti», per riprendere quello che Chris Cillizza scriveva una paio di giorni fa sul Washington Post.
Perry c'è andato giù duro commentando la sua decisione: «Non ci può essere sicurezza nazionale senza sicurezza delle frontiere, e i texani hanno pagato un prezzo troppo alto per il fallimento del governo federale nel proteggere i nostri confini».
Il costo dell'operazione promossa dal governatore, è di 12 milioni di dollari al mese. Proprio lui che con il suo partito aveva respinto in Congresso il piano economico che accompagnava la riforma dell'immigrazione presentato da Obama (facilitare il percorso sullo status giuridico agli immigrati, assunzione di altri giudici per seguire le pratiche, finanziare i servizi medici, sorveglianza dei confini utilizzando i droni).
Magari potrebbe sembrare una questione relativa, ma la costruzione della campagna del 2016 è in corso, ed è da passaggi come questo che si deciderà il futuro politico dell'America.