Rispetto al campionato scorso, le novità non mancano visti i cambiamenti che hanno riguardato non solo i calciatori ma anche staff tecnico e societario. Di sicuro, dopo tre stagioni dense di soddisfazioni, non è passata inosservata l’assenza al raduno di Sean Sogliano che, preso atto della fiducia non più incondizionata da parte della società, ha sposato il progetto del neopromosso Carpi, desideroso di ripetere in terra emiliana quanto di buono già fatto vedere in gialloblù. Al suo posto, è arrivato in riva all’Adige Riccardo Bigon, figlio dell’ex centrocampista rossonero degli anni ’70 ma, soprattutto, stimato ed apprezzato direttore sportivo, reduce dai sei anni trascorsi, non senza soddisfazioni, ai piedi del Vesuvio alla corte del presidente De Laurentiis. La nuova stagione non poteva che ripartire da due indiscussi punti fermi ovvero le conferme di Andrea Mandorlini – giunto alla sesta stagione sulla panchina gialloblù – e di Luca Toni che, nonostante le 38 primavere, non sembra avere alcuna intenzione di appendere le scarpe al fatidico chiodo. Al fianco del mister non troveremo più nemmeno il fidato vice Roberto Bordin, al quale la società ha dato un inaspettato “benservito” chiamando al suo posto Diego Bortoluzzi – già vice di Francesco Guidolin a Palermo – e l’ex-allenatore della primavera della Juventus, Andrea Zanchetta. Il parco giocatori, infine, in questi anni oggetto di ripetute rivoluzioni, non è stato da meno, visto che tra mancati riscatti, prestiti non rinnovati, contratti scaduti e precise scelte tecniche, più di qualcuno ha fatto le valigie. Le prime “facce nuove” sono state quelle di Luca Siligardi – duttile attaccante ex-Livorno – Federico Viviani – talentuoso centrocampista ex-Roma al quale Mandorlini potrebbe affidare le chiavi del gioco gialloblù – e del francese Souprayen – probabile felice intuizione di Bigon destinato a raccogliere l’eredità lasciata da Agostini – alle quali vanno aggiunte quelle dei “cavalli di ritorno” Matteo Bianchetti dallo Spezia e del brasiliano Romulo dalla Juventus.
Ma non è finita qui perché in occasione della consueta presentazione della squadra è arrivata la “ciliegina sulla torta”, un vera e propria “bomba di mercato” – riprendendo la frase coniata dal compianto Maurizio Mosca – ovvero l’approdo in maglia gialloblù di Giampaolo Pazzini, svincolato di lusso dopo la fine dell’esperienza con il Milan. La notizia circolava insistentemente in città già da alcuni giorni e in via Sogare, davanti a qualche migliaio di tifosi gialloblù festanti, ha trovato finalmente la sua ufficialità. Mandorlini, che conosce bene l’attaccante avendolo già avuto alle sue dipendenze durante la felice esperienza alla guida dell’Atalanta, ha esternato tutta la sua soddisfazione, consapevole dell’indiscussa qualità realizzativa del giocatore, pronto a costituire con Toni – se il tecnico deciderà di farli giocare assieme come durante la precedente esperienza in maglia viola – un duo d’attacco decisamente esplosivo. Rinforzato l’attacco e “puntellata” – anche se solo in parte – la zona di centrocampo, rimane sicuramente da sistemare la difesa che, con oltre 100 reti subite in due stagioni, rappresenta il vero tallone di Achille della squadra gialloblù. Rispetto alla scorsa stagione sono rimasti gli ultratrentenni Moras e Marquez – peraltro convalescente per un infortunio riportato in Coppa America – ai quali si aggiunge il solo Bianchetti, visto che Rodriguez e Gonzalez , nemmeno convocati per il ritiro in Val Ridanna assieme a Martic, Lazaros e Nenè, sono destinati – e vien da dire meno male – a migrare verso altri lidi. L’intervento di miglioria della retroguardia gialloblù rappresenta per Bigon l’impresa più difficile perché in giro non c’è molto e, soprattutto, chi ha i difensori buoni solitamente se li tiene ben stretti o chiede cifre fuori mercato. Il primo desiderio del nuovo diesse, una volta preso possesso della scrivania di Via Belgio, è stato decisamente quello di cercare di consegnare a Mandorlini, sin dal primo giorno di lavoro, una rosa il più possibile completa in ogni reparto. I tempi nei quali le squadre iniziavano il ritiro con un gruppo già definito – salvo poi “ripiegare” sul mercato novembrino di riparazione – rappresentano, però, una chimera visto che da diverse stagioni si è fatta l’abitudine ad organici “work in progress” fino all’ultimo giorno di contrattazione. Inutile, quindi, tentare previsioni più o meno azzardate perché da qui al 31 agosto tutto è ancora possibile.
In chiusura un accenno alle nuove maglie, la cui presentazione, almeno per quanto riguarda la seconda e la terza – chiamate ora, ahimè, rispettivamente “away” e “third” – ha sollevato un vero e proprio vespaio di contestazioni vista la poca attinenza con i colori sociali e l’imbarazzante presenza di un logo dorato su sfondo nero. La presentazione della prima maglia, seppur diversa dal solito con le sue bande verticali che richiamano quelle dei primi anni ’90 e ancor più a ritroso dei secondi anni ’60, sembra, almeno in parte, aver sopito questi giustificati ma sicuramente esagerati rancori.
Le disquisizioni, però, terminano qui perché è già tempo di pensare al campo. La prima cosa da fare, infatti, è quella di riprendere confidenza con il pallone e con il terreno di gioco perché tra poco più di un mese – il giorno di Ferragosto è già in calendario il primo turno di Coppa Italia – i tre punti inizieranno già a contare qualcosa. Che la nuova avventura abbia quindi inizio.
Alza le vele vecchio Hellas e buona navigazione!
Enrico Brigi
twitter @enrico_brigi
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