Oggi, lunedì 23 e domani, martedì 24 novembre, ritorna al cinema, nelle sale aderenti all’iniziativa, a 34 anni dalla sua uscita, il film d’esordio alla regia di Massimo Troisi, quel Ricomincio da tre che nel 1981 con un umorismo fine, sottile, discreto, giocato anche sull’introspezione e quindi sottolineato da un’incisiva umanità, diede una forte scossa al cinema italiano dell’epoca, dominato, con poche eccezioni, da commediole volgari o da bislacchi filmetti con i “divi di moda” del momento. Pur nelle comprensibili insicurezze registiche, Massimo riuscì a rappresentare con ironia tematiche complesse ed estenderle oltre l’idea di napoletanità, senza cadere in luoghi comuni e facile retorica. Per quanto la macchina da presa assecondi un’impostazione teatrale, senza indulgere in particolari movimenti e prediligendo inquadrature fisse, in Ricomincio da tre a risaltare e fare la differenza sono soprattutto i dialoghi e gli irresistibili monologhi, sapientemente diluiti, giocati sulla mimica gestuale e facciale.
Massimo Troisi
Riallacciandosi alla tradizione del teatro partenopeo, in particolare alle opere di Eduardo De Filippo, Troisi è riuscito a rappresentare una raffinata introspezione dell’animo umano e dei sentimenti, offrendo inedita visibilità all’insicurezza della propria generazione, che, tra timori e dubbi, sembrava soffocata o comunque spaventata dai suoi stessi sogni ed ideali espressi poco prima, pronta a ritirarsi confusa nel tranquillo buon nido borghese, avvolta e protetta dalla bambagia delle proprie idiosincrasie. A Troisi, artista dallo scrivente particolarmente amato, in primo luogo per la capacità di porre la propria arte al servizio della vita, stemperando col riso la consapevolezza dei limiti e dei timori propri di ogni essere umano, è dedicata una sezione del blog, la trovate, se vi andasse di dare un’occhiata, nella colonna delle categorie.