{Beads and Tricks & FossalonArt}
Non eravamo spariti, ed è stato molto bello in questi mesi sentirsi chiedere del mio lavoro con Alberto. Siamo qui e ricominciamo da un pezzo speciale per me. Uno dei primi che abbiamo realizzato insieme e il primissimo che ho finito io. Una gabbia, una piccola gabbia, che all'interno ha incastrata una lastra di rame, con le sue pieghe, i suoi incavi, i segni del mio martello. Quando Alberto l'ha presa era solo questo, una lastrina di rame.
Quando l'ho riavuta indietro era parte di un oggetto, era diversa, e mi ha conquistata. Per la sabbia che sporca la superficie del rame. Per la forma in cui è incorniciata. Per l'equilibrio. Per quei fili sottili che senza toccarla sembrano sostenerla.
E poi toccava a me. Questa è stata la parte più difficile. Io lavoro col metallo, i miei gesti non sono quasi mai molto controllati, le mie mani si sono abituate a certe consistenze e a certe resistenze... Io sbatto le pinze sul tavolo, tiro il filo per dargli la giusta tensione, piego e riapro... Mi sono ritrovata davanti questa creatura che, nonostante quello che mi diceva Alberto, per me era una fragile creatura di corda e ogni mio tocco poteva distruggerla. E stavo male al solo pensiero.
Per giorni non sono riuscita a decidermi a prenderlo in mano e forarlo, e finalmente montare l'aggancio del pendente. Non è stato facile credere che alla fine non l'avrei distrutta ma sarei riuscita a mettere quello che mancava. Quella leggera curva in alto.
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Per chi non avesse letto della collaborazione fra me e Alberto:
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