Stanno lì in silenzio, vividi o sbiaditi, mentre il braccio fruga in una stretta fessura cieca.
Si stagliano improvvisi, netti, scolpiti e diafani di fronte a te. Sono profondi, tardi e inesorabili come la notte; e, come accade per la notte, vi guardi attraverso.
Sfuggono, ed è un attimo, agli occhi di chi ti guarda. Agli occhi di chi ti guarda, se ti guarda e se ti riconosce, non rimani che tu con un infinito silenzio intorno.
Sono bagliori, intese, scintille di colori inattesi, il senso del tuo essere lì, in quel momento, una sorpresa.
E poi sbiadiscono, come luce increspata e torbida solo un attimo.