Ricordi

Da Alice

Era stata una giornata faticosa, come tutti gli anni le prove si protraevano sin oltre l'orario prestabilito e rimaneva solo più una mezz'ora per la cena (rigorosamente a base di panini) e per cambiarsi. Da qualche anno a questa parte non riuscivo più a mangiare tutto, quando ero piccola, tensione o meno, il mio stomaco era sempre una voragine che chiedeva di essere riempita, ora no, si bloccava. Ma sapevo bene  che se non avessi messo in corpo degli zuccheri sarei andata a breve in ipoglicemia, stupido metabolismo il mio! Mi feci una dose di Mars che se l'avesse saputo la maestra mi avrebbe sgridata fino a non avere più voce. 'Fanculo, non poteva vedermi in quel momento.
A me piaceva mangiare sull'enorme terrazzo che dava accesso ai camerini, solitamente a giugno faceva già caldo, così prendevo il mio sacchetto, l'acqua, i cerotti e il ghiaccio spray. Una cena particolare la mia, ma le ultime due cose le usavo sui miei piedi, che iniziavo a preparare per la lunga serata. Finito quello, tornavo nel camerino e iniziavo a prepararmi, andavo un po' in anticipo, quando le mie compagne erano ancora a cena in qualche bar o a casa di qualche nonna, così avevo tutto (il minuscolo) spazio per me e potevo pettinarmi con calma. Ero orgogliosa di sapermi fare lo chignòn da sola, ma paradossalmente non ero in grado di farlo alle altre!Questa volta lo feci un po' più molle del solito, senza troppe mollette, perchè dopo il primo balletto avrei dovuto sciogliere i capelli, che avevo lasciato crescere apposta, volevo interpretare bene quel pezzo, mi ero impegnata tanto e ci sarebbero stati tutti i miei amici in sala. Dal momento in cui finii di prepararmi, le mie mani iniziarono tremare, appuntai a fatica l'acconciatura e l'ansia aumentò.
L'adrenalina del primo balletto mi stravolse, ma non mi impedì di fare un ottimo lavoro, sudai in modo vergognoso, come sempre, e le mie guance presero fuoco sotto i riflettori.Poi arrivò il momento degli "Angeli", il nostro turno. Andai dietro la quinta prestabilita e guardai negli occhi le mie compagne stringendo la mano a quelle più vicine per farci coraggio. Poi la musica partì e noi entrammo in scena. Ricorderò questo momento per sempre, perchè fu il primo balletto in cui sentii davvero i movimenti, li percepii dal profondo della mia anima e misi espressione e sentimento, cosa che raramente facevo. Io ero quella con la tecnica, ma senza sentimento. Quella volta no. Ricordo che negli ultimi secondi di musica pensai "è già finito purtroppo".
Quando fila tutto liscio lo senti, lo capisci, quando vedi il tuo maestro applaudire assieme al pubblico con le lacrime agli occhi, hai la certezza di aver fatto del tuo meglio.
Avevo sedici anni.


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