Guida Apa Edizione 1993
Spesso mi sono sentito dire: "quale è il viaggio più bello che hai fatto?"
E' una di quelle domande a cui mi riesce difficile dare una risposta immediata, perché ogni volta che mi viene posta, scorrono nella mia mente le immagini dei tanti luoghi, dei tanti volti che ho avuto la fortuna di incontrare in tutti questi lunghi anni, dedicati ad una delle professioni più belle ed emozionanti.
Però ci sono dei viaggi che ti entrano nelle pieghe dell'anima, sono lì pronte a rianimarsi, appena un qualcosa fa immediatamente ricordare un particolare, e da quel particolare, ritornano in mente tutte le tappe: è come se, per magia, si aprisse davanti agli occhi uno schermo su cui scorrono i fotogrammi di un viaggio.
Vietnam: un Paese martoriato da una guerra infame, uno dei luoghi simboli della follia umana, una lezione di Storia, che pur nella sua ferocia non ha insegnato nulla a questo mondo, dove ancora oggi, si continua a parlare di guerre, di atrocità, di vendette.
Nel 1997 ebbi la fortuna di essere invitato dal tour operator Tours Service e dall'Ufficio Turistico del Vietnam, ad un viaggio di scoperta verso una destinazione che si stava aprendo al turismo.
Insieme ad un piccolo gruppo di "privilegiati", ci ritrovammo il 16 maggio di quell'anno all'Aeroporto di Fiumicino per imbarcarci su un aeromobile della Thai (linee aeree thailandesi), destinazione Bangkok, da cui avremmo proseguito con altro aereo verso Hanoi.
In Aeroporto abbiamo avuto la prima grande sorpresa, perché ci fu concessa la possibilità di viaggiare in Royal Executive Class e devo dire che quel viaggio da vero Re, non me lo potrò mai dimenticare. Fu una di quelle occasioni in cui senti di essere stato veramente fortunato, e questo anche a riprova della considerazione di cui godevano gli agenti di viaggi in quei tempi, che ormai non torneranno più!
Partimmo alle ore 13.20 per arrivare il giorno successivo alle ore 12.20 locali.
Superfluo dire che si era partiti, spinti dalla curiosità di andare in un Paese, di cui le immagini che avevamo nel nostro bagaglio, erano le immagini dei tanti film, dei tanti kolossal che la cinematografia, soprattutto americana, aveva dedicato alla "Guerra in Vietnam".
Ricordo pure che gli amici, appresa la notizia del mio viaggio, mi prendevano in giro, canticchiandomi la canzone di Gianni Morandi "c'era una ragazzo come me, che amava i Beatles e i Rolling Stones....".
Ci bastò arrivare lì, mettere piede sul suolo vietnamita, per capire che il modo peggiore di entrare in contatto con questo straordinario paese, è quello di legare la sua immagine a quello che è stato il periodo più tragico e infame della sua storia, seppur dietro a questa follia, c'era la ricerca della libertà da parte di un popolo sottomesso.
Il nostro Tour in Vietnam, iniziò da Hanoi, dove fummo ospiti di uno dei più lussuosi alberghi, il Daewoo, nel lusso, negli agi, nel comfort di un grande e prestigioso albergo, una di quelle oasi, in cui si rimane ancorati agli schemi dell'Occidente, pur stando in uno dei posti più straordinari dell'Oriente.
E ci rendemmo conto di questo, quando, usciti dall'albergo ci ritrovammo catapultati in una delle città più belle che abbia mai visto. Dopo la visita di rito al Mausoleo di Ho Chi Min, dedicata al suo culto e alla sua venerazione, ci siamo immersi nella magica atmosfera del "quartiere antico", residenza dei mercanti e degli artigiani della città, un intrico di viuzze, dove ogni casa si trasforma in negozio. Alla sera cena tipica vietnamita, anche qui ospiti del lussuoso ristorante
"Indochine".
Il giorno successivo entrammo nella Storia antica del Vietnam, con un'intera giornata dedicata alla visita di Hoa Lu, che fu capitale nel decimo secolo. Per arrivarci, attraversammo un paesaggio di montagne, fiumi, ruscelli, che sempre più ci faceva entrare nel vero spirito di questo luogo. Nel corso della giornata, visitammo i templi dedicati ai re Dinh e Dai Hanh, le grotte di Tam Coc, raggiungibili con una navigazione nel tipico sampan ed infine la pagoda di Bich Dong con le raffigurazioni del Buddha.
Il quarto giorno, da Hanoi volammo con un volo interno della Vietnam Airlines verso l'antica città di Hue, con la sua bellissima "Cittadella Imperiale". La giornata ci riservò una piccola crociera in un'imbarcazione tipica, lungo quello che viene definito "Il fiume profumato". Mentre si navigava, i nostri occhi erano persi nel guardare le sue sponde, piene di pagode, di una vegetazione incredibile, e nel sorriso delle persone che ci salutavano dai battelli che incrociavamo.
Da Hue in pullman, partimmo alla volta di Danang, attraverso lo spettacolare passo di Hoi Van, che faceva, a suo tempo, da confine tra il Nord e il Sud, teatro di scontri cruenti tra le forze in campo.
Anche a Danang, fummo dei privilegiati, in quanto fummo ospiti di un resort straordinario il "Furama Resort": eravamo i primi turisti occidentali ad entrare in quell'albergo, appena inaugurato e che aveva proprio il profumo dell'appena costruito.
Albergo bellissimo, con delle suites meravigliose, posizionato in uno dei tratti di mare più incontaminati del Vietnam. Ricordo questa spiaggia lunghissima, dove noi eravamo nello spazio riservato agli ospiti dell'albergo, e centinaia di locali, che pur avendo a disposizione chilometri di spiaggia, si erano tutti concentrati in un unico punto, probabilmente loro amano di più socializzare, di quanto noi, stressati, amiamo isolarci.
Danang fu il primo avamposto dove ci fu un massiccio sbarco di americani, arrivati qui per invadere un posto di cui, la maggioranza di loro, ignorava l'esistenza e in questo luogo sconosciuto, migliaia e migliaia di giovani hanno pagato con la propria vita, che si è sommata alla vita di tanti coetanei del luogo.
A Danang si può visitare il Museo Cham, con i reperti della civiltà Champa e, soprattutto la "Montagna di Marmo" che rappresenta i cinque elementi dell'Universo. Per noi fu una scalata che dovemmo fare con molta fatica, perché procedendo nell'ascesa ci veniva sempre di più a mancare il respiro. Nella salita, ognuno di noi veniva accompagnato da delle "improvvisate guide" che altro non erano che dei bamboccetti i quali procedevano senza alcuna fatica e si prendevano gioco di noi.
La fatica della salita fu ricompensata dalle straordinarie immagini che trovammo all'arrivo: un tempio buddista con degli adepti in meditazione, e una grotta, al cui interno c'era una grande statua di un Buddha, e l'impatto a livello spirituale ed emozionale fu fortissimo.
Da Danang si raggiunge Hoi An, cittadina costiera del decimo secolo, che da sola vale il viaggio in Vietnam: qui il tempo sembra essersi fermato. Le vecchie case in legno dai caratteristici tetti, il ponte di stile giapponese, il tempio dedicato alla divinità del mare, sono fonte d'ispirazione per tutti. Un modo intelligente di visitare Hoi An sarebbe quello di dormire su uno degli alberghi che si affacciano sul fiume e girare in bicicletta.
Il viaggio volge quasi al termine, ma ancora ci sono delle sorprese che ci aspettano.
Arrivati a Saigon, veniamo proiettati in quello che allora era il futuro e oggi è il presente di questa città: grattacieli, palazzi moderni, che già quando andammo noi davano un'impronta diversa a una città, che è stata una delle città in cui la Storia ha scritto delle pagine importanti.
Non sono più tornato in Vietnam da questo viaggio e quindi voglio sperare che, pur proiettata nel futuro (oggi si chiama Ho Chi Min City), Saigon conservi sempre quella sua anima che ebbi modo di respirare, quando andammo per le vie del suo centro storico, persi nella folla, nel caos degli scooter, quando entrammo nel Mercato Cinese e quando passammo davanti ai luoghi che hanno fatto la Storia, quei luoghi dove prima di noi, un grande uomo e un grande scrittore, di cui tutti, oggi dobbiamo rimpiangerne la scomparsa, fece conoscere al mondo con i suoi reportage, raccolti poi nei due libri "Pelle di Leopardo" e "Giai Phong", il grande e indimenticabile Tiziano Terzani.
Stando a Saigon è inevitabile andare sui luoghi che si vorrebbero dimenticare, e andandoci non si può dimenticare!. Abbiamo visitato il "Museo dei Crimini di Guerra" dove la follia umana trova testimonianza in tutto quello che si può vedere all'interno di questo Museo. Dopo un'ora di pullman, abbiamo raggiunto la zona di "Cu Chi", duecento chilometri di gallerie sotterranee, scavate a mano dalle forze Vietcong, usate come rifugi, mezzi di comunicazione, vie di fuga, luoghi di riposo e anche luoghi dove la ferocia umana si è manifestata da ambo le parti.
La sera, dopo la Cena dell'arrivederci in albergo, ci siamo calati nell'atmosfera notturna, andando in luoghi che erano quei posti dove si ritrovavano gli inviati, i giornalisti, i fotoreporter, convenuti qui da ogni parte del mondo.
Dovendo transitare di nuovo a Bangkok, e partendo da qui la notte per Roma, ci è stata concessa l'opportunità di una veloce ma, comunque, interessante escursione nella capitale della Thailandia, con un pranzo offertoci al Dusit, albergo di lusso, uno degli alberghi storici della città e questo viaggio non poteva non finire da perfetti occidentali: improvvisando una partita di pallone, sotto un acquazzone tropicale, nello spiazzo davanti all'albergo.
Questo è stato il mio viaggio in Vietnam, allora era un viaggio in una destinazione che stava muovendo i suoi primi passi. Oggi è una meta che merita di essere assolutamente visitata. Ci sono diversi tour operator che la propongono, sia nelle versioni più standardizzate, che in quelle più mirate all'esperienza di un viaggio.
Se il mio racconto vi avesse fatto nascere il desiderio di andare a scoprire questo posto che, come ho detto all'inizio, ti entra nelle pieghe dell'anima, sarò ben lieto di offrirvi tutta la mia consulenza, contattandomi presso la mia agenzia di viaggi.
Mi permetto di segnalarvi un tour operator con il quale collaboriamo e con il quale, proprio in questi giorni, stiamo realizzando, per dei nostri clienti, un itinerario di quelli vecchio stile, di quelli fatti come il sarto che cuce il viaggio su misura.
Via Travel Design: idee per un viaggio in Vietnam
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Scritto da Santo il 01 marzo 2015