Ricordi Natalizi

Creato il 22 dicembre 2012 da Candidonews @Candidonews

Leggendo su un blog amico alcune riflessioni sul Natale, non ho potuto fare a meno di ripensare a come siano per me cambiati i sentimenti legati  a tale evento.

Da bambino tutto sembrava più bello. Ad inizio dicembre si  cominciava ad avvertire l’arrivo delle Feste. Per le vie del quartiere, magicamente, da un giorno all’altro, apparivano le luminarie. Un concerto di luci colorate si avviava ad ogni imbrunire. In alcune strade, sui marciapiedi, venivano stesi dei tappeti rossi e le piante antistanti erano abbellite con le decorazioni. I balconi e le finestre dei vicini si illuminavano.

Ed ecco arrivare l’8 dicembre, l’Immacolata, il giorno in cui, nella mia famiglia, partivano ‘ufficialmente’ le festività. Ognuno di noi aveva dei ruoli ben precisi. Mio padre assemblava l’albero di Natale installando le luci, mia madre lo addobbava a suo gusto. Il presepe invece era ‘mio’. Ho sempre avuto la passione per quelle piccole statuine. Ero incuriosito dalle casette di cartapesta, dagli animaletti che poi andavano posizionati qua e la. Il ruscello da creare con la ‘stagnola’, il sentiero da sistemare con il ‘brecciolino’. Le montagne di carta da modellare, il cielo da attaccare alla parete.

Crescendo, con gli anni, ho iniziato a fare dei veri e propri ‘progetti’ urbanistici. Partendo dalle illuminazioni, che predisponevo alla base del presepe ed arrivando sino alla sistemazione delle case e delle statuine. Quante volte mi fermavo ad osservare quelle piccole abitazioni, immaginandomi catapultato all’interno del presepe, abitante di un mondo fantastico e festoso.

Sogni di bambino. Come sogni di bambino erano quelli che facevo prima di addormentarmi, dopo aver scritto la lettera a Babbo Natale.

‘Cosa ti piacerebbe ricevere per regalo?’  chiedevano mamma e papà, dopo avermi portato in giro per negozi. Ed io ogni anno fornivo la ‘mia’ lista di doni preferiti. Ma loro forse la conoscevano già, la intuivano guardandomi negli occhi, che brillavano una volta davanti al fantastico trenino elettrico, un’altra di fronte alla pianola del momento. Questo o quel gioco, poco importava.

La mia famiglia non è mai stata particolarmente agiata eppure i miei genitori non mi hanno mai fatto mancare nulla. Sacrifici e privazioni per loro significavano un regalo in più per me a Natale o alla Befana. Di questo non smetterò mai di ringraziarli.

Le Feste natalizie erano comunque tanto altro, i preparativi per la recita scolastica; i lavoretti fatti a scuola e le successive due settimane di vacanza; il senso vagamente religioso degli eventi trasmessomi durante il catechismo; il risuonare lontano degli zampognari per le strade; il profumo dei mandarini appena sbucciati, guardare  film come ‘La vita è meravigliosa’, ‘Pomi d’ottone e manici di scopa’,'Mary Poppins’ e ‘Il Piccolo Lord’;  la tavola imbadita di pietanze per la Vigilia; i Natali passati con zii, cugini e parenti in serate interminabili tra risate e giochi; il carbone di zucchero (e quello vero) regalati dalla nonna come premio (e punizione) per essere stato buono (ed anche cattivo) durante l’anno;  il torrone con gianduia e nocciole ed il Pandoro, dolce godurioso sempre preferito al fetido Panettone infarcito di uvetta molliccia; gli addobbi al cioccolato che puntualmente rubavo dall’Albero e trangugiavo di nascosto in qualche parte della casa.

Belle cose, molte sono oramai passate e non torneranno. Di alcune, però, avverto in particolare la nostalgia. Non si tratta di beni materiali o di situazioni particolari. Mi riferisco a degli stati d’animo. La curiosità , l’eccitazione e la spensieratezza con cui, da bimbo, vivevo quelle giornate. La curiosità per il paesaggio che cambiava intorno a me, addobbandosi a festa. L’eccitazione per la notte di Natale e per quella dell’Epifania con la speranza che Babbo Natale prima e la Befana poi si ricordassero di quel discolo che in fondo in fondo era solo un ragazzino buono. La spensieratezza di vivere in un mondo ‘sicuro’, dove ogni cosa era stabilita, senza paure, senza responsabilità, senza l’ansia di costruirsi un proprio futuro guardando ai problemi ed alle incertezze del presente.

Con le Festività, osservando i bambini di oggi, qualche volta riaffora in me quel bimbo di tanti anni fa. Forse è così un po’ per tutti, forse no. Cerchiamo quindi di vivere questo periodo con lo spirito giusto, anche nel caso in cui non tutto sia perfetto, anche se tante cose potrebbero essere migliori. Consapevoli che ogni giorno può riservarci sempre nuove opportunità.

Un Sereno Natale a tutti voi, amici del blog!


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