camminare scalza per le stanze, e poi ti rannicchiavi sul letto,
gomitolo di piume, seta e fiamma selvaggia. Incrociavi
le mani sulle ginocchia, mettendo in mostra provocante
i piedi rosa impolverati. Devi ricordarmi così - dicevi; ricordami così, coi piedi sporchi; coi capelli
che mi coprono gli occhi...
Dunque, come potrò più avere voce. La Poesia non ha mai camminato così
sotto i bianchissimi meli in fiore di nessun Paradiso".
(Ghiannis Ritsos)
Le mie mani ti ricordano
più profondamente della memoria.
Non ci sei più ma le mie mani ricordano: sanno ripercorrere la carta geografica del tuo corpo, disegnare il tuo profilo, accarezzare i tuoi capelli. Si erano innamorate, abituate a te, il tuo corpo-continente. Io intanto cucino, scrivo, apro porte, allaccio bottoni, accarezzo e tocco mani altrui; quante cose faccio con le mie mani; una sola cosa vorrei, accarezzare te.