Ricordo.

Da Scorretoblog
Essenzialmente ricordo il vago, ricordo svariati momenti sbiaditi che fermano per un maledettissimo secondo il respiro. Non ha prezzo chiudere gli occhi per un istante e figurarsi, o meglio, lasciar dipingere da qualche crudele meccanismo attimi passati che hanno oramai perduto i loro contorni e che cedono purtroppo la loro bellezza al tempo dittatore che fluisce impietoso.
Un vortice rilascia un profumo, una carezza di un vento ghiacciato, una particolare atmosfera che si interrompe a pochi istanti dalla creazione, in un delicato suicidio.
Apro e chiudo gli occhi, le pupille si restringono per la furiosa luce di un'estate troppo calda, le orecchie percepiscono echi di risate lontani ormai anni e ritorno indietro.
A bocca aperta riprovo e mi accorgo seduto in una scuola, intorno non riconosco chi mi parla, io non riesco a sussurrare loro che questo è soltanto un ricordo, che presto torneranno a morire all'interno della mia anima.
Mi adagio di nuovo su flebili ricordi, così fragili che hanno cambiato la mia vita.
Abbasso le palpebre, il passato è di gran lunga migliore del...il passato è di gran lunga migliore.
Ora riesco a contemplare i miei errori e riderci a proposito e a piangere dei miei successi, rimproverandomi di non aver sbagliato.
Ogni sottile ricordo, ogni bacio, pianto, carezza, parola, risata si assottiglia in un silenzioso infinito che non farà più ritorno e non si lascerà mai acchiappare da un'idiota in corsa che cerca di raggiungerlo.
E un infinitesimo dopo faccio ritorno alla solidità di ciò che fingo di essere ora, il prodotto esponenziale del mio passato. Ma subito dopo, decido di fuggire e drogarmi ancora di suoni, profumi e luci.
Riesco semplicemente a dipingere per un attimo la mia vita, prima che i colori si asciughino e scompaiano nella tela, lasciando spazio all'assordante bianco di ciò che è presente.