Un anno fa il terremoto ha gravemente compromesso il patrimonio edilizio scolastico emiliano, rendendo necessario un piano immediato per la ricostruzione di 58 lotti di edifici ripartiti tra le province di Ferrara, Bologna, Modena e Reggio Emilia.
Attraverso il “Programma Operativo Scuole”, approvato dopo circa 40 giorni dal sisma e che ha avuto effetto immediato, la Regione Emilia-Romagna ha definito gli interventi sul patrimonio scolastico, che hanno previsto:
1. operazioni immediate di sistemazione e miglioramento sismico degli edifici scolastici che, a seguito dei sopralluoghi, avevano avuto un esito di agibilità “B” e “C”(1) , per consentirne la riapertura nel più breve tempo possibile e, comunque, prima del mese di settembre 2012;
2. la costruzione, attraverso bando di gara europeo (appalto con procedura aperta), di 28 lotti di Edifici Scolastici Temporanei (EST), in sostituzione delle 38 scuole (pari a 9.397 alunni) gravemente danneggiate;
3. l’acquisizione in locazione, comprensiva di montaggio e smontaggio, di 30 lotti, ovvero 39 scuole (pari a 8.433 alunni) realizzate attraverso Prefabbricati Modulari Scolastici (PMS) da utilizzare in tutti i casi in cui gli edifici esistenti non potevano essere riparati nel medio periodo, ovvero entro settembre 2013.
Tra gli interventi previsti dal Programma, la procedura per la realizzazione degli EST si è dimostrata efficace anche grazie alla redazione di un capitolato speciale d’appalto attraverso il quale sono state definite con particolare dettaglio, oltre alle norme generali (tra le quali si ricordano i tempi di progettazione esecutiva, compresi tra 7 e 15 giorni, e tempi di ultimazione dei lavori, compresi tra 30 e 60 giorni naturali e consecutivi che hanno necessariamente comportato doppi e tripli turni per le imprese, ma sempre nel rispetto delle norme sulla sicurezza), anche le specifiche tecniche che hanno cercato di orientare la progettazione verso livelli prestazionali e qualitativi molto elevati.
Il capitolato ha espressamente orientato la progettazione verso l’uso di pannelli in cemento armato prefabbricato o pannelli a cassero a perdere in polistirene espanso sinterizzato (o materiale equivalente) pre-armati e successivamente completati con getto in opera, anche se largo spazio è stato lasciato alle strutture composte da elementi in acciaio oppure in legno, prevedendo per quest’ultimo strutture in elevazione e partizioni interne con tecnologia a setti portanti continui e sottili in pannelli di multistrato a strati incrociati o in legno lamellare.
Note
[1] Tra gli oltre 1.000 edifici scolastici, 471 sono risultati agibili (esito di agibilità “A”), 301 temporaneamente inagibili, ma ripristinabili con azioni di pronto intervento (esito di agibilità “B”), 63 parzialmente inagibili (esito di agibilità “C”), 19 temporaneamente inagibili (esito di agibilità “D”), 160 inagibili (esito di agibilità “E”) e 27 inagibili per rischio esterno (esito di agibilità “F”).
Nell’immagine in evidenza la Scuola primaria “G. Garibaldi”, Soliera (MO). Il fabbricato (EST) è composto da 14 aule didattiche, biblioteca, un’aula speciale, refettorio e servizi igienici. Il progetto è stato finalizzato alla costruzione di un complesso scolastico di nuova concezione, realizzato con strutture in legno con la tecnica costruttiva della prefabbricazione a telaio, per la possibilità offerta dal sistema di ridurre gli spessori delle pareti (con un miglior coefficiente termico) dando la possibilità di più ampi spazi vivibili. Le pareti divisorie tra le aule e i vari locali sono completamente scevre dalla portanza dell’edificio per consentire la realizzazione di open space o addirittura di vani unici su tutta la lunghezza della scuola (Ph.: arch. Gianluca Perottoni).