Ridatemi indietro il mio bambino!

Da Chiarap_79
Dopo quella prima volta ieri è stata l'ultima ed allora penso che se io non fossi così auto analitica con me stessa a quest'ora sarei da uno psicanalista.Cosa è successo? Semplicemente abbiamo ritagliato i capelli a Davide.
Niente di che! Potreste pensare voi.Un bell'accidenti! Quello che penso io.Ma lasciate che vi spieghi meglio.

E' domenica mattina. Siamo nel lettone tutti e tre a a scambiarci coccole, a ridere e scherzare. Facciamo colazione prendendoci in giro. Balliamo. Poi io mi assento un attimo per riordinare la cucina, stendere i panni della lavatrice che ho fatto partire la sera prima, rassettare un pò casa insomma.
Li sento. Sono di là, papà e bambino. Sono di là che scherzano. Sottofondo un ronzio. Non ci faccio caso finchè non mi chiedo cosa sia. Poi ricordo che con Giacomo avevamo deciso pochi minuti prima di dare una piccola sfoltita ai capelli di Davide che ormai sono sempre in disordine e spettinati. Prendo coscienza del fatto che Giacomo ha acceso il rasoio elettrico ed ha intrapreso l'azione. Fiduciosa e curiosa mi reco in bagno e attraverso lo specchio che riflette la sua immagine cerco gli occhi del pulcino.
Una sensazione di confusione ed agitazione mi assale.
Chi è quel bambino? No, no... quello non è Davide. RIDATEMI INDIETRO IL MIO BAMBINO!

Sono rimasta tutto il giorno a guardarlo sbalordita mantenendo un pò le distanze da lui. Pare impossibile eppure in pochi minuti l'immagine che avevo di mio figlio è completamente cambiata. Come se da un momento all'altro mi avessero sottratto la sua infanzia ed offerto la proiezione di lui adulto. No, non sono pronta mi sono detta!
Tutti i genitori dicono che i figli crescono troppo in fretta. Io invece ho sempre pensato che Davide crescesse al ritmo giusto, anzi, forse anche troppo lentamente. Che sciocca! Avendolo sotto gli occhi tutti i giorni non mi sono neanche profondamente resa conto di tutti i piccoli grandi cambiamenti che lui sta vivendo.

L'espressione del suo volto è quella di un bimbo non più neonato. Ha messo due guancette morbide ma il viso si è allungato. Ormai in altezza ha superato il tavolo della cucina e da steso occupa 3/4 di spazio del lettino. E' diventato un bimbo quasi indipendente. Il pannolino ancora non glielo abbiamo tolto ma mangia, si spoglia, si lava le mani ed i denti, indossa il caschetto e va in bicicletta senza pedali, sale e scende le scale con agilità, si arrampica, si butta, cade e si rialza e tutto questo lo fa da solo. Lo vuole fare da solo! Ormai capisce tutto, non solo le parole ma anche il loro senso. Riconosce, anche se in modo ancora astratto, il significato dei sentimenti. Il suo linguaggio si fa ogni giorno più ricco e colorito. Ricorda cose che ha sentito nominare solo una volta. E canta...
In tutto questo Davide si è legato al papà in un modo così meraviglioso che neanche io ho mai sognato di immaginare. Mi tiene distante e vuole lui per ogni cosa. E mentre giochiamo a cantare quella nostra canzoncina "Ciccio, Ciccio, Ciccioooooo.... amore di...." lui risponde intonato "Papàaaaaa". Poi girandosi verso di me, senza che io gli dica nulla, con un sorrisetto beffardo mi dice "Mamma no!".

In tutto questo io sto cercando di adattarmi al cambiamento. A questo piccolo passaggio che segna una nuova separazione dal mio bambino. A questa mia presa di coscienza che mi ha lasciato il cuore in subbuglio. Aspetto di digerire il boccone che per scendere ci metterà un pò senza prendermi per pazza o accusarmi per questi miei sentimenti contrastanti. Per il mio senso di offesa per il torto offerto da quest'immagine di mio figlio così lontana dal cuore. Per l'ingenua provocazione di un rifiuto.
Accetto questo momento con il dolore che porta come un'esperienza da metabolizzare e che nell'intento è giusta, genuina. Perchè si cresce come figli ma si cresce anche come genitori.
Intanto però c'è già tanta malinconia.